I finali dei film che hanno terminato i franchise

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Nel moderno panorama cinematografico, i franchise rappresentano la linfa vitale di Hollywood. Ciò nonostante, essi non vengono quasi mai visti di buon occhio dagli addetti ai lavori, nonostante gli appassionati ne godano profusamente, al di là della caratura del prodotto finale. Ciò che tedia maggiormente le case di produzione e che li spinge a non vedere di buon occhio le serie di film sono i finali, che vanno pianificati e sviluppati a regola d’arte per non rischiare di stroncare i franchise di punto in bianco.

A volte, gli ideatori di queste saghe decidono improvvisamente di far volgere tutto al termine, magari per un insuccesso al botteghino o, in generale, per altri motivi che forzano i produttori ad accettare l’inevitabile fine di questi progetti, a prescindere dalla loro ampiezza. In molti casi, poi, i registi danno vita a finali raffazzonati, in grado di far deragliare anche i pregressi più prestigiosi.

Per essere chiari, comunque, occorre affermare che un finale in grado di porre fine a un franchise non è sempre una brutta cosa. A volte si tratta soltanto del naturale decorso di un’opera, della loro naturale conclusione e che, costringere il progetto ad andare avanti, rappresenterebbe una compromissione totale di quanto fatto fino ad allora. Molti progetti, poi, volgono al termine, per poi essere ripresi dagli studios molto tempo dopo. In questa classifica andremo a vedere alcune delle conclusioni ai franchise più decise.

The Matrix: Resurrections

Il piano originale per la ripresa dell’iconica trilogia culto estesasi fino all’alba del Terzo Millennio era quello di dare vita ad una nuova serie di film, questa volta portata avanti da un cast più giovane. La regista Lana Wachowski, però, ha mostrato chiaro disinteresse nei confronti della prosecuzione del franchise. Per la pellicola, Warner Bros. ha investito un notevole quantitativo di denaro e, la cineasta, si è limitata a sfornare un blockbuster contemporaneo non eccezionale. Nel mezzo dei lavori, poi, Wachowski ha rivelato di aver scelto di sedersi dietro la cinepresa soltanto perché la casa di produzione l’avrebbe fatto anche senza di lei e non, quindi, per suo diretto interesse.

Per questo motivo, Resurrections raggiunge il culmine della saga stessa con L’Analista di Neil Patrick Harris che viene sommariamente sconfitto e Neo e Trinity, rispettivamente Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss che ricostruiscono il Matrix a loro immagine. Al termine del film, Lana Wachowski ha formalmente dichiarato di non aver alcun interesse nei confronti di eventuali sequel. Entrambi i protagonisti hanno, poi, a loro volta, affermato di non intendere ritornare nel progetto senza il coinvolgimento della regista. Insomma, con tutti gli ostacoli superati, Neo e Trinity hanno avuto modo di porre fine all’arco narrativo di Matrix, con una pellicola che, al di là delle lacune, è riuscita a conquistare grandi numeri al botteghino. Gli appassionati, comunque, si aspettano già un ritorno della saga, in chiave reboot, con un cast completamente nuovo tra qualche anno.

Logan

Nonostante Logan non abbia rappresentato l’ultima entry nella cinematografia supereroistica Fox, la pellicola ha segnato la fine artistica e spirituale della serie. Il film, appartenente al franchise degli X-Men, ha appassionato gli spettatori grazie alle idee di James Mangold e al concept di cine-comic dalle atmosfere western, posizionato in maniera tangente con il futuro alternativo della saga di riferimento, nella quale nessun mutante sarebbe nato per 25 anni e quelli sopravvissuti vivrebbero ai margini della società. Logan segnò la fine del Wolverine di Hugh Jackman. Nel lungometraggio, il personaggio si sacrifica per aiutare un gruppo di bambini mutanti, tra cui X-23, interpretata da Dafne Keen.

Logan termina con la morte di Wolverine e la sua sepoltura, senza prospettive riguardanti un eventuale ritorno. Considerando che il supereroe fosse il fulcro del franchise Fox, la pellicola avrebbe segnato un punto di non ritorno per il progetto. Negli anni successivi, Dark Phoenix e The New Mutants avrebbero visto la luce, senza destare il medesimo consenso da parte dei fan, pur essendo stati campioni d’incasso al botteghino. Ovviamente, con l’acquisizione di Fox e Marvel da parte di Disney e con la nascita del fruttuoso Marvel Cinematic Universe, l’ingresso degli X-Men al suo interno segnerà un nuovo capitolo per i cine-comic dedicati ai mutanti.

Il Padrino Parte III

A volte un franchise raggiunge la sua fine naturalmente con la morte del suo personaggio principale nell’ultimo film. Il Padrino ne è l’esempio lampante. La saga, infatti, termina con il decesso di Michael Corleone, ossia di Al Pacino, nel terzo film. Il threequel, oltremodo divisivo, termina con la figlia di Michael, Mary, interpretata da Sofia Coppola che viene assassinata, non prima di un fast forward a quasi vent’anni dopo, in cui Michael viene visto morire anziano e da solo. L’edit di Francis Ford Coppola del 2020 vede Michael invecchiare da solo, tagliando la parte in cui muore. Ciò nonostante, il finale originale si rivela più intenso e, di conseguenza famoso.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.