Le migliori scene d’apertura nei film

bastardi senza gloria

La prima impressione nel mondo dell’audiovisuale è importantissima e, al cinema, questo concetto non può non amplificarsi. Una pellicola ha bisogno di essere catturante sin dal primo momento per tenere gli spettatori incollati alla poltrona al cinema o per mantenerne alta l’attenzione quando lo guardano da casa. Iniziare un lungometraggio con una scena noiosa e, semmai, confusionaria significa partire già col piede sbagliato. Oltre ad essere attrattive ed interessanti, però, le migliori scene d’apertura nei film rappresentano anche un modo per i registi di spingere in termini di intensità e simbolismo su quanto rappresentato in esse.

A prescindere dal genere a cui un determinato film appartiene; sia esso un horror, un thriller d’azione, un film sulla guerra o un dramma struggente, le scene più iconiche ed evocative sono quelle in cui lo spettatore quasi lascia una parte di sé, venendone completamente catturato. Non importa quale sarà il giudizio finale sulla pellicola, quella singola sequenza iniziale dovrà innescare un sensazionale “effetto wow” nel pubblico che difficilmente verrà dimenticato, al di là del risultato generale del lungometraggio. In questa classifica, vi presentiamo alcuni di quei film che presentano le scene d’apertura migliori.

Dawn Of The Dead

Per tutti, il guanto di sfida raccolto da Zack Snyder apparì come una sfida impossibile. Riprendere il classico sugli zombie di George A. Romero del 1978 e trasporlo ai tempi moderni sarebbe potuto essere un punto di non ritorno per la carriera del regista. Snyder che, fino ad allora, aveva diretto soltanto un video musicale, però, diede gran prova di sé. Già dai primi dieci minuti di questo remake del 2004, infatti, il cineasta firma uno dei migliori lungometraggi del sottogenere zombie mai girati. La scena d’apertura della pellicola è semplicemente spettacolare. Un’introduzione tipica dei film sugli zombie rielaborata in chiave moderna. L’infermiera Anna e suo marito si svegliano di primo mattino a causa della vicina di casa, Vivian, diventata uno zombie, che morderà ferocemente il marito di Anna.

La donna sarà, quindi, forzata a scappare da Vivian e suo marito, per poi scoprire che la situazione al di fuori dell’ambiente domestico è ancora peggiore. La zona residenziale in cui vive si trasforma, infatti, da oasi di tranquillità in pieno stile americano ad un sobborgo terrificante e distrutto. Case in fiamme, massacri cruenti e autorità messe alle strette segneranno un punto importante nella costruzione delle atmosfere ansiogene della pellicola. Anna proverà a scappare in auto, per poi incontrare qualche sopravvissuto lungo la strada e dare inizio al film.

Trainspotting

La pellicola diretta da Danny Boyle è diventata immediatamente un cult della cinematografia mondiale. Il film è pura emozione sin dai primi secondi di girato. Non è oscuro come ci si aspetterebbe, eppure risultai intenso e oltremodo catturante. Il dramma ha inizio con il protagonista Mark Renton, interpretato da Ewan McGregor ed il suo amico Spud di Ewen Bremner correre lungo Princes Street per sfuggire alla sicurezza di un centro commerciale. Una delle migliori scene d’apertura nei film di tutti i tempi si apre sulle note di Lust For Life di Iggy Pop.

La sequenza, quindi, rappresenta l’esempio lampante di quanto importante la colonna sonora possa essere per una pellicola. La scena viene ricordata per il monologo mesmerizzante di Renton, “scegliete la vita”, declama il personaggio, riflettendo nichilisticamente sul suo disinteresse nei confronti delle dinamiche dell’esistenza della classe media, da preferire, comunque, al tunnel della droga nel quale era scivolato. Insomma, una scena tanto semplice quanto ricca di particolari, rimasti tutti impressi nell’immaginario collettivo.

Bastardi Senza Gloria

A Quentin Tarantino va dato atto di sapere come aprire un film e, Bastardi Senza Gloria ne è una testimonianza preziosa. Si tratta, probabilmente, della opening migliore da lui mai girata. Il film sulla guerra elaborato completamente nel suo stile si apre con una sequenza di 20 minuti in cui l’ufficiale delle SS Hans Landa, interpretato da uno straordinario Christoph Waltz al suo ruolo più evocativo, giunge presso la fattoria del francese Perrier LaPadite, interpretato da Denis Ménochet per interrogarlo riguardo una famiglia locale ebrea scomparsa. La tensione è quasi claustrofobica durante questa sequenza in cui le parole che compongono il dialogo tagliano come affilati rasoi. Ad un certo punto, la sequenza rivela che la famiglia in questione sia nascosta sotto il pavimento di LaPadite.

Landa lo sospetta, è un uomo arguto quanto letale e privo del minimo equilibrio. L’ufficiale promette, quindi, di risparmiare la famiglia di LaPadite qualora il patriarca confessasse. La risposta del timoroso fattore non tarda ad arrivare e Landa, in risposta, fa trivellare ai suoi uomini il pavimento, massacrando la famiglia Dreyfuse, risparmiando soltanto la piccola Shosanna di Mélanie Laurent, personaggio chiave nello sviluppo delle vicende. Dal punto di vista della scrittura e della regia, oltre che delle performance, questa scena è impeccabile e basta a rendere Bastardi Senza Gloria una gemma della cinematografia moderna. La pellicola, assurdamente violenta e in piena estetica tarantiniana, però, colpisce l’ascoltatore sequenza dopo sequenza.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.