I migliori film da vedere ad Halloween (per tutti i gusti)

Migliori film da vedere ad Halloween per tutti i gusti

Quella di Halloween è la festa che attira la maggior parte delle visualizzazioni da parte di un pubblico che ricerca, in campo horror e fantascientifico, prodotti di diverso genere che potranno essere osservati in streaming, al cinema o in qualsiasi altro modo. Scegliere quali siano i migliori film da vedere ad Halloween non è assolutamente semplice, dal momento che vuol dire confrontarsi con una tipologia di gusto, da parte degli spettatori, che risulta essere completamente differente in base alle diverse soggettività. Per questo motivo, all’interno della lista che segue, sono indicati i migliori film da vedere ad Halloween per tutti i gusti, attingendo sia dalla cultura popolare e dai film più mainstream, sia scegliendo titoli più di nicchia, ma che restituiscono il clima e il sentore tipico di Halloween nel migliore dei modi.

Il pasto nudo (1991) di David Cronenberg

il primo tra i migliori film che possono essere visti ad Halloween è Il pasto nudo, film del 1991 diretto da David Cronenberg. Un film per stomaci forti, nonché per amanti di un certo tipo di letteratura, che costituisce l’adattamento del romanzo Pasto Nudo dello scrittore statunitense William Borrroughs. Considerare la tipologia di narrazione presente all’interno del prodotto caratterizza, di per sé, già un motivo per scegliere proprio questo film, grottesco e fantascientifico allo stesso tempo, durante la serata di Halloween.

Allo stesso tempo, però, un elemento in più, che potrebbe motivare la propria scelta, è determinato dal fatto che il prodotto cinematografico in questione racconta delle reali circostanze in cui Borroughs scrisse il suo romanzo a Tangeri, per poi pubblicarlo in Francia nel 1959. Tra interzona, macchine da scrivere che diventano scarafaggi, una strana polvere che annichilisce le sensazioni del protagonista, morti accidentali, rapporti sessuali promiscui e, infine, un prodotto che oscilla costantemente tra realtà e inquietudine, Il pasto nudo è un film che terrà incollati allo schermo, disgustando continuamente lo spettatore e restituendo una sequela di immagini sicuramente eccentriche.

Halloween Night (2014) di Bobby Roe

In occasione delle festività di Halloween, un gruppo di amici intraprende un viaggio per l’America a bordo di un camper. L’obiettivo? Festeggiare la notte delle streghe, e i giorni che la precedono, alla scoperta dei più macabri luoghi presenti su tutto il territorio. Girato con la tecnica del Found Footage, Halloween Night è un film che inquieta già dal marketing: si spaccia tutto ciò che si vedrà nel corso di 90 minuti per realmente accaduto, con l’aggiunta di materiale d’archivio, come interviste o servizi al telegiornale.

Sull’onda di Paranormal Activity e di The Blair Witch Project, il Found Footage è una tecnica abusata in campo horror, ma mai come in questo caso è una scelta davvero appagante. L’immersione e la credibilità sono di pregevole fattura, generando un senso di claustrofobia e di tensione in continuo aumento. Tra case infestate, sguardi sinistri, comportamenti anomali e costumi fin troppo realistici, Halloween Night mantiene le premesse e si guadagno un posto in classifica come horror assolutamente da guardare durante le festività di Halloween.

La sposa cadavere (2005) di Tim Burton

I 77 minuti di La sposa cadavere rappresentano, sicuramente, la rappresentazione più esteriore e concreta delle grandissime qualità di Tim Burton, nel concepire e realizzare avventure fantastiche che si scontrano con l’ideale tenebroso dell’animo umano; a seguito della realizzazione di Nightmare Before Christmas, che era stato soltanto prodotto dal regista di Dumbo e diretto da Henry Selick, Tim Burton decide di dedicarsi autonomamente alla tecnica dello stop-motion, con la co-direzione di Mike Johnson. La sposa cadavere rappresenta un film di animazione che riprende molti dei suoi caratteri da un’antica storia folkloristica ebraica, per quanto la narrazione sia spostata in età vittoriana.

All’interno del film in questione, che spicca sicuramente per i suoi enormi pregi tecnici, che hanno comportato una nomina del prodotto agli Oscar come miglior film d’animazione, si racconta di una realtà che viene volutamente deformata attraverso le caratteristiche fisiche di protagonisti orrendi, brutti da vedere, scarnati oppure obesi, che permettono di concretizzare perfettamente le più orripilanti tendenze umane alla negatività. Se da un lato l’amore vuole essere celebrato in quanto unico motivo per realizzare una scelta che cambierà la propria vita, dall’altro è la malignità dei protagonisti a governare all’interno di un mondo oscuro, vuoto, oltre che costantemente cupo e sporco. Per questo motivo, il film vive di personaggi bigotti, rappresentazioni familiari scabrose e, infine, del contraltare con il mondo dei morti che appare, invece, costantemente brillante e luminoso, segnato dalla reale libertà che tra i vivi non si riesce a conquistare. La sposa cadavere ha un bel finale soltanto per una delle due facce della medaglia che vogliono essere rappresentate all’interno del film: attingendo da una rappresentazione popolare, Tim Burton riesce a costruire un finale che sa, allo stesso tempo, accontentare il desiderio iniziale e demolire, definitivamente, ogni speranza di felicità eterna.

Haunt – La casa del terrore (2019) di Scott Beck e Bryan Woods

Sei amici la notte di Halloween scelgono una delle sei case riportate su un volantino, per passare una notte da brividi. Haunt sembrerebbe così, uno dei banali film in cui degli amici si ritrovano in una casa apparentemente innocua anche se spaventosa, per poi ritrovarsi di fronte un pericolo vero che minaccia la vita dei protagonisti. Beh, in effetti è così, ma la particolarità del film sta nella sua estetica: le scenografie sono particolarmente curate e dettagliate; i personaggi-attori del labirinto sono abbigliati e truccati in modo inquietante; il percorso che seguono i protagonisti dimostra inventiva e crea ottimamente la tensione. I registi optano per il sottogenere dello slasher, una scelta vincente che arricchisce ogni scena di pathos.

Fuori di testa (1987) di Peter Jackson

La bellezza di alcuni film realizzati con un budget risicato risiede nella possibilità di identificare tutti quei caratteri tipici della genialità e delle grandi abilità di un regista che, nonostante gli impedimenti, riesce comunque a realizzare un prodotto degno di considerazione e lode. Questa è l’esatta sintesi che può essere effettuata per quel che concerne Fuori di testa, conosciuto anche con il suo titolo originale di Bad Taste, nonché film splatter e primo lungometraggio realizzato da Peter Jackson nell’ambito della sua carriera; il regista, che avrà poi fortuna con la saga del Signore degli Anelli, inaugura la sua carriera attraverso un prodotto che inizialmente doveva funzionare in quanto cortometraggio ma che, successivamente, ha permesso al regista di destreggiarsi attraverso abilità di diverso stampo.

Peter Jackson, all’interno di una pellicola che racconta la grande paura che gli esseri umani hanno avuto, ad un certo punto della loro storia, per gli alieni, non funziona soltanto in quanto regista, ma è anche doppiatore di due personaggi e costumista della pellicola, avendo realizzato personalmente le maschere indossate dagli alieni antropofagi nella cucina della casa di sua madre. Tra alieni che mangiano, con disgusto, gli esseri umani, suoni sgradevoli che vengono aggiunti nel doppiaggio italiano e battute praticamente inventate dai dialoghisti italiani, la cui direzione è stata curata da Tonino Accolla, il film caratterizza sicuramente un prodotto simbolico di una tendenza sociale che ha animato il mondo ad un certo punto della sua storia, nonché un prodotto di punta che si lascia guardare soprattutto in una giornata come Halloween.

Rec La paura in diretta (2007) di Jaume Balagueró e Paco Plaza

Oramai divenuto un cult, c’è solo da trasmetterlo di generazione in generazione. Questo piccolo gioiello del cinema horror spagnolo, dimostra come la tecnica del falso documentarioFound Footage – possa essere incredibilmente generatrice di terrore, se usata con sapienza. Rec – La paura in diretta è un film apparentemente semplice per idea e messa in scena: una giornalista alle prese con un servizio sui vigili del fuoco, con cui lo spettatore inizia a guardare gli eventi, resta bloccata nel palazzo che ha richiesto con urgenza l’intervento delle forze dell’ordine e dei pompieri.

Dal morso di una signora anziana, partono una serie di orrori che sembrano non avere fine, generando claustrofobia, ansia, batticuore. Si tratta di possessioni o di un’epidemia? C’è da scoprirlo! Ma intanto, Rec, è un’operazione addirittura anticlericale nella concezione del didascalico finale (non richiesto).

Tales of Halloween (2015) dai registi costitutori della October Society

Dieci registi diversi, dieci episodi diversi ambientati negli Stati Uniti. In un’ora e mezza che compongono Tales of Halloween, gli sprazzi di ironia che accompagnano gli elementi horror risultano finemente deliziosi, generando atmosfere tipiche da “Dolcetto o Scherzetto?” che invogliano lo spettatore a divertirsi, godendosi ogni episodio in buona compagnia e, perché no, sgranocchiando caramelle e dolci a tema. Lo spirito di Halloween è perfettamente evocato dal film, funzionale nel mescolare commedia e horror, reale e irreale, misteri e delitti; tutte le generazioni trovano uno spazio, sono in qualche modo protagoniste, talvolta dialogando tra di loro. Insomma, per tutte le ragioni sopracitate, Tales of Halloween è un must da vedere durante la notte delle streghe.

La casa (1981) di Sam Raimi

tra i film che meritano di essere assolutamente visti ad Halloween non può che essere citato La casa di Sam Raimi. Film horror del 1981 che inaugura una vera e propria saga, il prodotto cinematografico in questione narra la storia di cinque ragazzi che decidono di trascorrere un fine settimana all’interno di uno chalet di montagna. La loro vacanza, com’è tipico degli horror impostati nella maniera più classica, si trasformerà in incubo, quando i ragazzi trovano e ascoltano un altro magnetico che, incise, presenta le parole di un libro sumero, che libera un demone maligno.

Il prodotto cinematografico in questione ha fatto sicuramente la storia del cinema horror, ancora una volta, così come per il precedente Bad Taste, funzionando anche e soprattutto sulla base di un budget basso, che ha reso possibile l’identificazione della maggior parte delle qualità di regia che appartenessero a Sam Raimi. Divenendo un vero e proprio cult movie, soprattutto in virtù delle numerose distribuzioni successive che hanno permesso di limare quei caratteri inizialmente negativi ed erronei della pellicola, La casa è, ad oggi, considerabile come un film che ha bisogno di ben poche presentazioni, sulla base di un impianto che ha permesso di fare la storia.

The Lodge (2019) di Veronika Franz e Severin Fiala

Dopo il suicido della madre, due bambini si ritrovano a convivere per il periodo natalizio con la nuova compagna del padre, Grace. Gli eventi si fanno angoscianti quando lo spettatore viene a conoscenza dell’esistenza di una setta religiosa di cui Grace faceva parte da bambina. Questo gruppo di fanatici scelse la via della morte autoinflitta, ma l’unica sopravvissuta fu proprio la protagonista.

Il pezzo forte di The Lodge è l’atmosfera su cui si fonda, dotata di un buon meccanismo che induce a non credere obbligatoriamente a ciò che si vede. Il tema è la pesantezza dei traumi, dei peccati, e come si possono ritorcere contro sé stessi o contro gli altri. Peccato resti tutto in superficie, e ciò non lo rende il gran film che poteva essere; ma nonostante tutto è un film intrinseco di tensione. L’intrattenimento è certo.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.