Serie TV Marvel: la classifica dalla peggiore alla migliore

Ecco la classifica delle serie TV Marvel: dalla peggiore alla migliore

Con l’introduzione della fase 4, la più transitoria in assoluto dato che arriva dopo Endgame, la Marvel ha deciso di apportare grandi novità dal punto di vista produttivo. Infatti, non distribuisce più solo film in sala ma Kevin Feige si è voluto assicurare un ampio target anche domestico: approfittando del lancio della piattaforma streaming di Disney Plus, hanno iniziato ad esserci anche le serie TV del MCU. La narrazione, in epoca transmediale, si è così espansa fino ad arrivare in televisione, generando un mix tra fumetti, cinema e serialità. Ma dal punto di vista prettamente qualitativo, come sono state le prime 8 serie TV della Marvel? Ecco la classifica dalla peggiore alla migliore.

8) Moon Knight

Oscar Isaac intraprende un percorso attoriale improvvisando un supereroe con crisi identitarie: si sveglia e si addormenta per cambiare personalità, tra cui Moon Knight, i cui poteri gli sono stati assegnati da una divinità egizia. Non si capisce come questa scelta possa giovare all’Universo Marvel in un ottica futura, siccome Moon Knight è un personaggio che sembra, sul finale, rinnegare i suoi poteri per accettare la malattia psichica. Abbastanza dubbiosa come opzione, e soprattutto Isaac è in perenne over acting, dopo 2 episodi ha già stancato. Il villain, Arthur Harrow, ha degli scopi basilari e tanto basta a renderlo una macchietta insignificante. Ogni episodio sembra una lungaggine appartenente a un genere diverso, dove probabilmente è l’horror alla “La Mummia” a salvarne uno nel centro. Dopo di ché, è tutto un rifugiarsi nella percezione soggettiva del protagonista, giustificando contraddizioni logiche che tradiscono le leggi imbastite nel piccolo macrocosmo dell’eroe. I combattimenti e le antiche divinità egiziane sono posticci, la CGI è imbarazzante e non all’altezza di un prodotto Marvel. Con Moon Knight, la produzione fa presente che non importa la qualità, ma la quantità.

7) She-Hulk

Forzatissima serie comedy che però di commedia ha ben poco, si tratta di personaggi ridicoli che tendono a autodistruggersi senza un valido motivo. Tutti i maschi sono personaggi deboli o dei “poco di buono” in quanto uomini, mentre le donne devono obbligatoriamente essere senza difetti ed impavide in quanto donne. Questa spicciola retorica è goffa persino in un prodotto Marvel che non vuole prendersi sul serio, ma quando è troppo è troppo: su 9 episodi si salva soltanto il penultimo con Daredevil, mentre il resto pur durando 20 minuti sono tutti dei “filler” ingombranti. L’incipit è fastidioso, accade tutto in maniera casuale e repentina senza una valida motivazione, dove i dialoghi tra le altre cose fanno apparire Hulk più stupido di quanto non sia già adesso grazie ai film precedenti. Il finale è letteralmente imbarazzante, la quarta parete viene squarciata del tutto, altro che rotta. Ma se già in precedenza ciò avveniva poche volte e mal poste, in tal caso è completamente senza senso e sfibrante. Perché? Anche dal punto di vista seriale, i nuovi elementi posti per un futuro importante sono buttati nel calderone pur di stupire, ma l’effetto è esattamente opposto a quello desiderato.

6) What If?…

Episodi di serialità verticali dove il Multiverso Marvel diventa protagonista che muove dei personaggi inediti: qui sarebbe più indicato lasciare un’opinione episodio per episodio, ma siccome per gran parte sono dei fallimenti veri e propri, sarebbe anche inutile. L’elemento orizzontale va posto sotto la lente d’ingrandimento, e ci si chiede come mai colui che controlla il Multiverso venga minacciato da Ultron con le gemme dell’infinito che però viene poi sconfitto con un espediente becero e buttato in caciara. Il senso? Assolutamente nessuno, una “tamarrata” che trova nel goffo finale e nell’episodio, guarda caso, su Thor, il peggio del peggio. Nonostante la buona prova offerta all’inizio della serie con re T’Challa scambiatosi con Star Lord mantenendo viva la sua personalità dal cuore d’oro, e l’episodio preambolo delle follie del Multiverso nel sequel di Doctor Strange, la noia regna sovrana. A sorpresa, l’episodio sugli zombie offre un buon intrattenimento, ma per il resto ci si dimentica di quasi tutto con facilità estrema.

5) The Falcon and The Winter Soldier

Peccato per l’occasione buttata. Il discorso razziale con tanto di passaggio del testimone canalizzato dallo scudo del vecchio Captain America al nuovo, che sarebbe Sam, si perde in dialoghi diluiti e fin troppo retorici. L’incipit non è dei migliori, la noia prevale e le lungaggini allarmano subito lo spettatore. Infatti, il gran difetto di quasi tutte le serie TV Marvel, è che sembra lampante si tratti di film rielaborati in serie TV, e le durate sono eccessive e perciò gli episodi poco convincenti. Qui su tutte, siccome bastavano 2 ore di film per arrivare al nocciolo della questione. Il rovescio della medaglia con Walker posto come Cap più umano e cinico, con tanto di sangue a sporcare lo scudo, è un potenziale mai espresso davvero. Purtroppo il personaggio sarebbe anche interessante, ma viene reso irritante nelle azioni e sempre fuori luogo, com’è possibile? Anche i colpi di scena sono telefonati, soprattutto quello sul finale quando viene rivelata l’identità segreta di Power Broker, assolutamente insensato. Ma soprattutto, Karli è una villain con del potenziale, ma la sua ideologia viene rilegata ad una mera questione personale poco intrigante, per giunta. L’azione è credibile, a differenza di altre serie precedentemente citate, ma con Falcon e il Soldato d’Inverno si poteva fare decisamente meglio, soprattutto nell’ultimo episodio.

4) Ms. Marvel

Una delle migliori serie Marvel, pur avendo numerosi difetti anche gravi, e questo la dice lunga sulla qualità delle serie TV del MCU. Ms. Marvel inizia con un incipit travolgente dalle atmosfere contestualizzate per bene nella loro essenza teen, e le vicende personali che riguardano la protagonista sono assolutamente interessanti. L’elemento preponderando e da sottolineare in quanto qualitativamente discreto, è proprio il rapporto culturale tra l’essere musulmana e l’essere emigrata in America: una vita difficoltosa ma intrigante quella di Kamala Khan. Cosa manca per farle spiccare il volo? Un villain credibile innanzitutto, perché quelli presentati sono fuori contesto; e poi la componente supereroistica è decisamente scarsa, se non quasi mancante. Ciò è un problema piuttosto grave in una serie TV sui supereroi, quindi è l’aspetto sociologico a rappresentare il punto più alto di riflessione. Non si scade in stereotipi, non si fa inutile retorica, l’azione è l’unica pecca eccessiva per una serie abbastanza buona.

3) Loki

Anche in questo caso è una serie TV buona ma non eccelsa quella sul Dio dell’inganno. Non c’è dubbio che ci siano dei pregi, ma anche dei limiti come nel caso della precedente serie TV inserita in classifica. Sul podio però ci finisce Loki, qui rivisitato donandogli un’ulteriore cognizione di causa che permetterà a questa sua variante di maturare definitivamente, dimostrando di essere ancora molto interessante a distanza di tutti questi anni. C’è la presentazione del Multiverso e di Kang, elementi fondamentali per il proseguo narrativo nei film della Marvel. Altri elementi interessanti sono le relazioni tra Loki e Mobius, quest’ultimo e Ravona, lo sviluppo graduale di B-15, ma soprattutto la riflessione sulle infinità possibile provenienti dai mondi paralleli, tra cui l’apparente villain: Sylvie, un Loki al femminile. Il narcisismo è una caratteristica innata nel Dio dell’inganno, e non è un caso che piano piano si innamori di sé stesso (Sylvie); ma è da vedere come proseguirà quest’aspetto nella seconda stagione già annunciata. Visivamente è la miglior serie per effetti speciali, un po’ meno per la regia soprattutto delle scene d’azione. Qualche sequenza è ridondante, e il minutaggio tende a sentirti. Peccato per degli episodi “filler” assolutamente inutili che non permettono di godere al meglio del bel finale e dell’ottimo inizio.

2) Hawkeye

Secondo posto in classifica per Occhio di falco ed il suo giovane braccio destro chiamato Kate Bishop. Gli attori sono di livello e si nota, così come la narrazione aggiunge qualche sfaccettatura in più sul personaggio e rende gradevole, addirittura riflessivo per ciò che concerne la percezione del supereroe senza poteri sovraumani, il passaggio del testimone da un tira frecce all’altro. Il progetto Marvel è evidente, i personaggi storici lasciano lo scettro alle loro versioni più giovane che devono farsi spazio e convincere per costruzione del proprio background. Questo è il caso più eclatante e meglio riuscito, anche per i toni leggeri ben messi in scena così come le sequenze d’azione, per una buona volta dirette con un’idea semplice ed efficace. Il Natale è una scenografia newyorkese che mette di buon umore, così come le relazioni tra i personaggi nella serie. L’episodio “filler” c’è anche qui ma non pesa come nelle altre serie TV Marvel, e già per questo si apprezza maggiormente Hawkeye. Ritorna Kingpin, e la nipote sordomuta è un personaggio tutto da scoprire.

1) WandaVision

La miglior serie, per distacco tra parentesi, è quella che prosegue l’arco narrativo dell’affascinante personaggio che è Wanda Maximoff. Le sue potenzialità prendono una piega alquanto ambigua e per certi versi macabra, ma d’altronde si è aperta alla stregonerie e quindi alle forze del male (ciò verrà ripreso direttamente nel film Doctor Strange nel Multiverso della follia), ma soprattutto è motivata dal lutto. Visione non c’è più e l’idea di poter generare una famiglia con lui resta astratta: ma il mistero si infittisce, perché la serie TV mescola generi, partendo come una sit-com familiare anni ’60 per poi sfociare nel thriller ed in quello di appartenenza: il cinecomic. Questa commistione dialoga, racconta una realtà percettiva assolutamente devastante dal punto di vista morale, tanto che Wanda rende schiavi vari personaggi nella cittadina inventata, e ciò viene svelato soltanto dopo attente indagini. Nel frattempo, ogni personaggio presentato racconta di sé e porta un dubbio allo spettatore su ciò che sta accadendo. Anche l’azione è la migliore vista finora in campo seriale: lo scontro tra i due Visione riesce ad essere pulito nonostante il loro sconfinato potere. Peccato per la presa in giro sul personaggio di Quicksilver.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.