Recensione film Rain Man- l’uomo della pioggia di Berry Levison

Sono numerosi i film e le serie tv che incentrano la loro trama sul mondo del gioco d’azzardo, come numerosi sono gli stessi che li rappresentano solo in piccole scene ma le quali rimangono impresse in che le vede. Grazie alla fama sul maxi schermo del poker e di tutto ciò che ruota intorno al gioco d’azzardo, in questi anni i casinò si sono evoluti, specialmente nell’online, come la piattaforma Voglia di Vincere casinò online. L’introduzione di nuove e raffinate tecnologie, la sicurezza nei pagamenti e il design accattivante, hanno reso queste piattaforme un modo virtuale di catapultarsi nei bellissimi casinò che si vedono come sfondo di famose scene di film del cinema.

Tra i film più famosi sul mondo del poker e casinò non possiamo non citare 21 di Robert Luketic, Molly’s game di Aaron Sorkin, Casinò di Martin Scorsese, Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam, con Jonny Depp come protagonista e infine, Rain Man di Berry Lavison. Quest’ultimo è un capolavoro del cinema americano che nonostante i 30 anni compiuti nel 2019 rimane ancora oggi uno dei film più visti e amati dal pubblico di tutto il mondo.

Proprio per questo abbiamo deciso di fare una recensione su questo capolavoro con Tom Cruise e Dustin Hoffman.

Rain Man: la trama in breve

La trama di Rain Man ruota intorno alle vicende di due fratelli, Charlie Rabbit (interpretato da Tom Cruise) un giovane e altezzoso venditore di auto che in seguito alla morte del padre scopre di non aver ereditato nulla, ma bensì che tutti i proventi del padre (3 milioni di dollari) sono stati ereditati da Raymond (Dustin Hoffman) un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger, di cui Charlie non conosceva l’esistenza.

Charlie in seguito alla scoperta dell’esistenza di questo fratello, il quale è ricoverato in una clinica rieducativa, decide di andare a prenderlo affinché potesse diventare suo tutore legale e anche detentore dell’ingente somma eredita, così da poter pagare tutti i debiti che aveva accumulato nel tempo.

Rapito il fratello dalla clinica, Charlie cerca di convincere invano il dottore di Raymond affinché lo potesse riprendere in clinica, con il vincolo di prendersi però la metà dell’eredità che secondo lui gli spetta. In seguito al rifiuto del medico, i due fratelli intraprendo un lungo viaggio in macchina verso Los Angeles, viaggio che fece conoscere meglio i due fratelli e che si prolungò molto a causa delle numerose esigenze di Raymond.

Durante il tragitto, Charlie conobbe meglio il fratello Raymond. Riaffiorarono anche i ricordi d’infanzia di Charlie che capì che quei ricordi non erano frutto della sua immaginazione ma eventi passati della loro infanzia quando i fratelli giocavano insieme e quando Charlie scherzosamente chiamava il fratello Rain Man. Riemerse anche il triste ricordo di quando il fratello venne portato dai genitori in una clinica per paura che potesse involontariamente fare del male al fratello.

Charlie notò come il fratello aveva delle doti sorprendenti in fatto di memoria e grandi abilità di calcolo e decise così di portarlo a Las Vegas per farlo giocare e vincere. Grazie a queste vittorie Charlie riuscì a saldare i suoi debiti e mettendo la testa apposto, riprese i rapporti con la sua ex fidanzata e chiese l’affidamento del tanto amato fratello riscoperto.

Purtroppo, però uno spiacevole episodio obbligò Charlie a riportare il fratello alla clinica, in quanto in seguito ad un forte attacco di panico di Raymond per via dell’allarme antiincendio scoppiato all’interno del casinò, capì che non era in grado di gestirlo totalmente da solo. Portato il fratello alla clinica gli fece la promessa che non l’avrebbe mai più abbandonato e che sarebbe passato a trovarlo il più sovente possibile.

Rain Man- L’uomo della pioggia: recensione

Il film capolavoro diretto da Berry Levison è uno dei più apprezzati e visti, ancora oggi nonostante passati numerosi anni. Grazie alla regia formidabile e all’interpretazione dei protagonista, Rain Man si è aggiudicato 4 oscar: miglior regia, miglior film, miglior attore protagonista (Dustin Hoffman) e miglior sceneggiatura originale.

Uno dei primi motivi di tanto successo di questo film è stato il modo graduale che il regista ha voluto introdurre il tema dell’autismo, che a primo impatto sembra raccontato con leggerezza, ma man mano che le vicende dei protagonisti si evolvono, anche la malattia prende forme diverse, sia da quelle positivi che quelle negative.

Rain Man, film in cui il gioco al Black Jack è solo una esaltazione delle doti di Raymond, ha di per sé una metafora molto profonda, ovvero quella del viaggio. Viaggio che prende due strade parallele, quello fisico fatto dai due fratelli in macchina in cui grazie ad esso si conoscono meglio e il viaggio interiore di Charlie che con la vicinanza del fratello effettua un percorso interiore di redenzione.

Se da un lato vi sono numerosi aspetti che valorizzano questo film, vi sono alcune pecche che possono essere giustificate dall’anno di produzione del film (1988). In primis, l’auto doppiaggio di Valeria Golino e anche l’eccessivo approccio didascalico della sceneggiatura.

Anche il finale del film, non è fra i più convenzionali, in quanto tutti si sarebbero aspettai che i due fratelli avrebbe passato il resto della loro vita insieme, ma viene evidenziato il crudo realismo.