Cena tra amici: la recensione di una piccola perla francese datata 2012

Cena tra amici: la recensione di una piccola perla francese datata 2012

La commedia francese è uno dei generi cinematografici che più vive di quelle naturali dicotomie che alimentano il mondo del cinema e del grande schermo. Se molto spesso il tutto si riduce a una serie di scontri e polemiche sterile, nel caso specifico di questo genere cinematografico è sempre molto semplice ritrovarsi di fronte a scontri tra chi ama questo genere, grazie a una comicità fine e particolare che difficilmente si ritrova altrove, e chi ritiene la stessa essere portatrice di un impianto comico che semplicemente non funziona, per quanto teorizzato nel dettaglio. Un titolo che potrebbe mettere d’accordo tutti, o che comunque può risultare essere chiarificatore di un certo modo di intendere il cinema francese di questo specifico genere, è quello di Cena tra amici. Il film, del 2012, vede la direzione di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, ed è basato su una pièce teatrale omonima, realizzata da parte di entrambi i registi. Per la sua natura, la sua comicità e gli elementi che si possono identificare nell’intera pellicola, il film risulta essere una piccola perla di grandissimo valore, datata ormai 2012 ma perfettamente rappresentativa di un’epoca moralmente, ideologicamente e satiricamente ben realizzata.

La trama di Cena tra amici, il film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte

Al fine di comprendere quali siano i motivi che portano a parlare di Cena tra amici attraverso un’accezione prettamente positiva, non si può non considerare la trama del film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, datato 2012. La commedia francese si apre sullo sfondo delle strade di Parigi, continuamente caotiche e ricche di attività e personalità in movimento, generalmente per lavoro. I movimenti e le singole azioni, descritte dal narratore che si rivelerà ben presto essere Vincent Larchet (interpretato da Patrick Bruel), convogliano verso un’abitazione privata, all’interno della quale si svolgerà una abitudinaria cena tra parenti e amici. I protagonisti sono i coniugi Élisabeth (detta Babou) e Pierre Garraud, il già citato Vincent Larchet, fratello della prima, e la sua compagna Anna e, infine, Claude Gatignol, amico d’infanzia della donna.

I quattro (Anna, come di suo solito, è ritardataria perchè impegnata in un incontro di lavoro) si incontrano in casa dei coniugi, nell’intento di trascorrere un’allegra serata in compagnia all0interno della quale saranno affrontati i più disparati temi. Il clima, che inizialmente appariva essere piuttosto disteso e dominato dalle pietanze cucinate da Babou, inizia a diventare teso a seguito della scelta del nome del figlio di Vincent e Anna, ormai prossimo alla nascita: a seguito di una serie di indizi e tentativi relativi a quale possa essere il nome del figlio, l’agente immobiliare rivela – facendo uno scherzo ai coniugi e all’amico Claude – che il figlio prenderà il nome di Adolphe, in onore al romanzo di Benjamin Constant. L’ilarità generale diventa ben presto sgomento e poi rabbia, dal momento che i due coniugi – tra cui soprattutto Pierre, ideologicamente schierato – rivedono nel nome un accostamento ad Adolf, il nome di uno dei più perfidi dittatori della storia.

Sulla base del primo scontro, che poi coinvolgerà successivamente anche Anna e i nomi dei figli di Élisabeth e Pierre (Apollin e Myrtille), la cena diventerà particolarmente spinosa e ricca di scontri, oltre che di ammissioni e affermazioni che non potevano essere assolutamente previste. Claude, che si scopre essere non omosessuale nonostante tutti lo credessero, rivela di avere una relazione con Françoise, madre di Élisabeth e Pierre, mentre Vincent dimostra di essere un figlio incredibilmente possessivo e geloso, minando anche la sua relazione con Anna che, intanto, capisce di essere sola e incompresa nel suo lavoro. Pierre, intanto, viene posto di fronte alla sua verità: è completamente assente come genitore e marito, lasciando Élisabeth sola nella maggior parte della sua vita. Soltanto la nascita della figlia (ultima licenza del film che tradisce le aspettative fino alla sua ultima scena) ristabilirà la serenità tra gli amici e parenti, fino ad un ultimo inganno teso da Vincent agli altri: la bambina, che prenderà il nome di Françoise, viene inizialmente presentata con il nome di Prugna, dispregiativo che era stato dato anni prima a Claude per descrivere la sua omosessualità.

Perchè Cena tra amici è un film di grandissimo valore?

Considerata la trama della commedia francese datata 2012, si possono già comprendere diversi elementi che permettono di definire il grandissimo lavoro, in termini di regia e sceneggiatura, che ha portato alla realizzazione della pellicola stessa. Cena tra amici rappresenta la più esatta e compatta rappresentazione di una commedia teatrale prestata al mondo del cinema, attraverso intenzioni, scenografia e tempi comici che sono tipici del teatro: sia nelle singole azioni, sia nella scelta di uno spazio esiguo (una casa, se non in alcune scene che funzionano come flashback), il film riesce a rendere perfettamente l’idea di teatralità su cui si basa, dando allo spettatore un senso di armonia totale che non è mai disturbato in alcuna componente.

C’è poi gran parte del lavoro che riguarda la realizzazione di un impianto comico efficace, per quanto – per larga parte – fine: nei suoi caratteri il film vede un climax di emozioni e risate, quasi come se i due aspetti fossero volutamente portati all’estremo e verso un punto di non ritorno, rappresentato dalla scena finale in cui si assiste allo sfogo di Babou, taciuto per diversi anni. Ultimo dettaglio, considerevole e di grandissimo valore, riguarda l’interpretazione degli attori: pochissimi e selezionati, gli stessi sono riusciti in una realizzazione di importanza riconoscibile; nel complesso, il film funziona perfettamente ed è una piccola perla che merita di essere osservata e goduta nel dettaglio. 

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.