La recensione di Sucker Punch, disponibile su Netflix

Sucker Punch recensione netflix

Negli ultimi tempi, Zack Snyder sta facendo molto parlare di sé per la fortunatissima director’s cut contenente parte della sua visione dell’Universo Espanso DC, riflesso attraverso la Justice League. A chiunque, ormai, saranno ben noti il turbine mediatico sollevato dall’opera e dalla riluttanza da parte della Warner nel concedere a Snyder una saga cinematografica. La carriera del regista presenta diversi tratti comuni tra un’opera e l’altra. Epica e meticolosità sono le parole d’ordine per le produzioni solenni del cineasta. Tra queste, occorre citare Sucker Punch, un film del 2011 di stampo Fantasy d’azione con un cast quasi completamente al femminile. All’uscita, la pellicola non riscosse il successo sperato, ma qualcosa sembrerebbe essere cambiato. In quest’articolo, la nostra recensione di Sucker Punch, oggi disponibile alla visione su Netflix

La recensione di Sucker Punch, la trama del film disponibile su Netflix

Ambientato nel 1950, Sucker Punch percorre le travagliate vicende della giovane Babydoll, ingiustamente accusata dal suo perfido tutore di aver tolto la vita alla sorella durante un violento raptus. Condotta a forza in un tremendo istituto d’igiene mentale, il Lennox House for the Mentality Insane, Babydoll viene costretta alla lobotomia dal patrigno in modo da nascondere alla polizia la realtà dei fatti, essendo lui il reale carnefice della bambina. Con la giovane protagonista internata e sua sorella deceduta, infatti, lui diverrà l’unico destinatario della cospicua eredità lasciata dalla madre alle figlie. I presupposti struggenti di Sucker Punch lasciano, praticamente da subito, spazio ad un turbine d’adrenalina stupefacente, mostrando ancora una volta la sapienza con cui gli script delle pellicole di Snyder tendono a modellarsi.

A cinque giorni dall’irreversibile operazione sopracitata, la psiche di Babydoll interviene a proteggerla dalla terribile realtà innanzi ai suoi occhi. Nelle sue fantasie, la ragazza si trova in un bordello burlesque all’antica dove è costretta a ballare per compiacere i clienti. Sarà allora che Babydoll conoscerà le sue aiutanti per la fuga rocambolesca dal manicomio/bordello. La giovane troverà, infatti, manforte nelle figure di Rocket, Sweet Pea, Blondie e Amber. Giovani che, come lei desiderano fuggire. Sarà Babydoll a comandare la rischiosissima operazione che porterà, nel migliore dei casi, le giovani fuori dalla clinica. Il piano della ragazza si articola in fasi, numerate in funzione del numero di oggetti necessari alla fuga. Ogni scena atta a mostrare una missione viene animata con maestria estrema attraverso manifestazioni di puro eclettismo in CGI che porteranno le ragazze in scenari straordinariamente suggestivi: dalla I Guerra Mondiale al Giappone Feudale.

Cast

Sucker Punch vuole affermarsi come un manifesto femminista visionario attraverso l’azione serrata e il monito alla libertà riportato su schermo attraverso gli sforzi sovraumani delle ragazze per evadere dalla clinica. Le interpretazioni delle attrici sono efficaci e coinvolgenti. Su tutte, Emily Browning nei panni di Babydoll è esplosiva con alcuni addetti ai lavori pronti a paragonarla alle migliori attrici dell’action-movie contemporaneo. Accanto a lei vediamo Abbie Cornish, Jena Malone, Vanessa Hudgens e Jamie Chung rispettivamente nei panni di Sweet Pea, Rocket, Blondie ed Amber. La controparte “adulta” nella pellicola è subdola nelle scene clue e crudele nei momenti climax, pur riservando a Scott Glenn (Il Saggio), uno spiraglio di positività in un mondo altrimenti fin troppo crudele. Nei panni degli antagonisti vediamo, comunque, Carla Gugino, Jon Hamm e Oscar Isacc, nei ruoli di Madam Vera Gorski, Il Giocatore e Blue Jones. Gerard Plunkett è, invece, il perfido patrigno di Babydoll.

La recensione di Sucker Punch, i punti di forza del film visibile su Netflix

Giunti a questo punto della nostra recensione di Sucker Punch, è tempo di tirare le somme sui punti migliori di Sucker Punch, una pellicola di Zack Snyder del 2011, disponibile su Netflix dal gennaio del 2021. Il film non è, assolutamente, perfetto. Si tratta di un’opera di stampo visionario sotto molti aspetti che, tuttavia, tende a risultare superflua nel suo override di informazioni riportate scena per scena. Sucker Punch sciocca lo spettatore sin dalle prime sequenze, grazie ad una colonna sonora meravigliosa, capace di unire musica moderna e composizioni di stampo retrò, in perfetta linea con la commistione di stili presente nel film e con la fotografia epica ad opera di Larry Fong.

Il primo plauso al film risiede, sicuramente, nell’utilizzo della CGI che, ormai come in ogni opera di Zack Snyder, ne diventa il fiore all’occhiello. I personaggi portati nella pellicola risentono di alcune chiare pecche che non gli permettono di entrare a pieno nell’immaginario collettivo. Ciò nonostante, va dato atto a Babydoll e alle sue compagne di “squadra” degli attimi di suspance esplosiva e profonda immedesimazione che sono capaci di regalare allo spettatore.

Così come 300 volle essere un’aspra e acuta critica al machismo, Sucker Punch intende affermarsi come una pellicola proiettata sicuramente verso il futuro, proponendo una storia di riscatto puramente al femminile che, oggi, in pieno Me Too, sarebbe decisamente percepita in maniera diversa dal pubblico. Il tributo del regista alle produzioni giapponesi, infine, è chiaro ed istrionico, mai stucchevole; perfettamente adattato agli schemi statunitensi. Chiudiamo la nostra recensione di Sucker Punch che, ricordiamo essere disponibile su Netflix, esprimendoci positivamente riguardo la pellicola nel complesso e, consigliandola di buon grado.

About the Author

Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.