Smetto quando voglio (recensione): genesi e sviluppo della trilogia di Sydney Sibilia

Smetto quando voglio (recensione): genesi e sviluppo della trilogia di Sydney Sibilia

Il nome di Sydney Sibilia risulta essere tutt’altro che lontano dalla trattazione comune, dal momento che il regista e produttore cinematografico italiano ha offerto, attraverso la piattaforma di streaming Netflix, il suo ultimo lavoro – L’incredibile storia dell’Isola delle Rose – che vede un rimando particolarmente felice alla storia dell’Isola delle Rose, tutt’altro che banale all’interno della storia recente dello stato italiano. Tuttavia, se c’è un prodotto cinematografico al quale fare riferimento, se si vuole parlare con maggiore definizione del regista stesso, quello non può che essere Smetto quando voglio, inizialmente concepito come un film e, successivamente, per mezzo di una grande opera autoriale, trasformato in trilogia. L’impianto comico e cinematografico che si trova alla base di questi tre film risulta essere degno di sottolineatura, sia nel merito di una realizzazione certamente importante, sia per quanto riguarda la formula che si trova alla base di un’opera che ha ottenuto grandi riconoscimenti, sul campo nazionale e internazionale. Ecco, allora, tutto ciò che merita di essere sottolineato a proposito di genesi e sviluppo della trilogia di Sydney Sibilia, composta dai tre titoli che seguono: Smetto quando voglio, Smetto quando voglio – Masterclass, Smetto quando voglio – Ad Honorem. 

La trama della trilogia di Smetto quando voglio realizzata da Sydney Sibilia

Riuscire a dare una definizione semplice della trama di Smetto quando voglio non è cosa facile, sia perchè si prendono in considerazione tre film – per quanto questi stessi siano legati tra di loro attraverso un filo conduttore molto elegante -, sia perchè gli elementi che emergono all’interno dei prodotti cinematografici sono molteplici, e degni di una attenzione che possa permettere di coglierli tutti.

In linea del tutto generale, la trama della trilogia si basa su un espediente comico che, a posteriori, risulta essere riuscito: un gruppo di ricercatori e studiosi universitari è posto sul lastrico, a causa di un mancato investimento sulle proprie competenze. Ciò permette a Pietro Zinni di pensare ad una soluzione, che riguardi sia la sua vita, sia quella di una serie di colleghi e amici, che ha avuto modo di conoscere nel corso degli anni: fabbricare una nuova droga, servendosi di una molecola non ancora riconosciuta come illegale all’interno delle recenti pubblicazioni del Ministero della Salute.

In questo modo, dando vita al commercio delle smart drugs, per quanto le modalità di spaccio e di fabbricazione possano essere perseguibili, la banda stessa non otterrebbe problemi dal punto di vista legale. A partire da quest’assunto si dipanano tutte le diverse peripezie che si trovano alla base del prodotto e della trilogia, e che portano i protagonisti a scontrarsi con altri spacciatori, con la polizia e con tante altre situazioni mostrate all’interno dei tre film.

Cast di Smetto quando voglio

A questo punto, si può prendere in esame anche il cast di Smetto quando voglio, un elemento tutt’altro che banale, se si considera gli anni in cui questi film sono stati realizzati: la presenza di alcuni attori caratteristici della scuola cinematografica italiana dà un senso ulteriore ai tre film, che si arricchiscono di volti noti e interpretazioni pregevoli. Il cast è quello che segue:

  • Edoardo Leo: Pietro Zinni
  • Valeria Solarino: Giulia
  • Valerio Aprea: Mattia Argeri
  • Paolo Calabresi: Arturo Frantini
  • Stefano Fresi: Alberto Petrelli
  • Lorenzo Lavia: Giorgio Sironi
  • Pietro Sermonti: Andrea De Sanctis
  • Libero De Rienzo: Bartolomeo Bonelli
  • Sergio Solli: Professor Seta
  • Majlinda Agaj: Angelica
  • Neri Marcorè: Claudio Felici “Murena”
  • Marco Bonini: Giulio Bolle
  • Rosario Lisma: Vittorio
  • Giampaolo Morelli: Lucio Napoli
  • Luigi Lo Cascio: Walter Mercurio
  • Greta Scarano: Paola Coletti

Smetto quando voglio e la formula comica perfetta che dà successo alla trilogia di Sydney Sibilia

Se volessero essere identificati degli elementi che permettono di comprendere quale sia il motivo del successo della trilogia di Sydney Sibilia, non si potrebbe fare a meno di considerare alcune componenti fondamentali, che si trovano sia alla base della scelta del cast, sia costituiscono il fondamento comico essenziale di questi tre film. L’esordio cinematografico del regista e produttore cinematografico italiano non poteva essere più felice se non con una trilogia del genere che, a dire il vero, si basa su elementi comici molto semplici e di facile comprensione: il paradosso, l’iperbole, l’esagerazione di contenuti che difficilmente potrebbero essere corrispondenti a realtà, e infine la messa scena di fatti fantasiosi che pure hanno aderenza con una realtà pregna di precarietà e difficoltà economiche e finanziarie.

Il meccanismo che funge da innesco di queste componenti è medesimo per ognuno dei protagonisti di questa trilogia: la difficoltà ad emergere all’interno della realtà universitaria e lavorativa italiana, che li premia come ricercatori e competenti nel campo nazionale e internazionale ma che non destina loro fondi, riconoscimenti e supporto per il proprio lavoro. Ciò si tramuta nel pretesto per dar vita ad una realtà alternativa, dove il vessato diventa vessatore sulla base delle sue inarrivabili conoscenze: è naturale aspettarsi che ogni fallimento universitario si tramuti in spacciatore e produttore di droga? Naturalmente no, ma il compromesso narrativo che si trova alla base del patto con lo spettatore non prevede interrogativi simili.

Il meccanismo, dunque, funziona in modo lineare e semplice: un film con un ottimo soggetto, basico nei suoi contenuti e riuscito nei suoi intermezzi comici, che si basa anche e soprattutto sulla grande prova attoriale di componenti che, nel 2014, erano certamente in grande spolvero; dai “reduci” di Boris Valerio Aprea, Pietro Sermonti e Paolo Calabresi fino al sempreverde Edoardo Leo, passando per le note più che positive di Neri Marcorè, Luigi Lo Cascio e Greta Scarano. 

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.