I 5 film più censurati di sempre

L'esorcista, film più censurati di sempre

Se oggi si pensa all’andare al cinema viene subito da pensare a popcorn, occhialini 3D e tantissima leggerezza e superficialità, pronti a metabolizzare fiumi di sangue e violenza senza limiti. Ma non è stato così da sempre: fino a qualche decennio fa la censura nel mondo del cinema funzionava quasi dittatorialmente a pieno regime, impedendo così la diffusione di moltissimi film; alcune scene venivano letteralmente eliminate per motivi poco chiari, addirittura impensabili, mentre altre di dubbio gusto denunciate. Inizialmente si può pensare ai panetti di burro di Marlon Brando, oppure gli inni di dubbio gusto in stile Borat, o Mel Gibson nei suoi momenti peggiori, ma no, ciò che leggerete oggi è completamente diverso. Film disturbanti e contraddistini a volte da violenza e insennatezza: ecco una classifica dei 5 film più censurati e crudi mai girati.

L’esorcista – William Friedkin (1973)

Per gli stomaci forti potrebbe riassumersi in una già famosissima sequenza di  “vomito verde – bestemmie pesanti – preti in crisi mistica”. Ma in realtà si tratta di un film del 1973 e all’epoca ha terrorizzato persone ben più abituate al genere. Nel ’73 il film fu accolto con grandissimo scandalo, tanto da essere registrato nel National Film Registry, l’elenco dei film preservati dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e classificato negli Stati Uniti con un rating R, che imponeva ai moltissimi minorenni amanti del genere di essere accompagnati dai genitori, e non c’era modo di raggirare l’obbligo.
In Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Nuova Zelanda, Argentina, Brasile, Israele il film fu espressamente vietato ai minori di 18 anni. Intanto, Paradossalmente, in una cattolicissima Italia fu imposto stranamente una delle censore meno pesanti, grazie alla forte presenza di preti cattolici all’interno del film che fungevano da propaganda cattolica.

Cannibal Holocaust – Ruggero Deodato (1980)

Designato da molti come capolavoro del cinema horror-splatter, nel film spiccano alcune tra le scene più controverse della cinematografia mondiale: numerosissime sequenze di stupro (insistenti focus ad hoc sui genitali), l’impalamento di una giovane donna, uccisioni e torture di veri animali vivi. Per la censura senz’altro è stato un grande banco di prova, infatti sin dal debutto in Italia il film fu vietato ai minori di 18 anni per poi essere addirittura ritirato, cosa che ne minò soprattutto gli incassi; in molti paesi (Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia, Australia, Nuova Zelanda, Cile, Malesia, Filippine, Singapore) il film fu completamente vietato mentre in Giappone il film ebbe un successo clamoroso: solamente a Tokyo la pellicola incassò ben più di 21 milioni di dollari.

A Serbian Film – Srđan Spasojević (2010)

Molto probabilmente è uno dei film più brutti, fastidiosi, ripugnanti e perversi che si potessero concepire, anche e soprattutto per i canoni contemporanei: come protagonista della storia troviamo un affascinante attore pornografico serbo chiamato a girare un nuovo film, dove sin da subito si ritroverà a stuprare donne e bambini, quasi immerso in un inno alla violenza e all’orrido. Il volere del regista pare che inizialmente fosse quello di interpretare una metafora delle numerosissime violenze subite dal popolo serbo, intento che però resta celato per tutto il film, completamente vietato in numerosi paesi, ad esempio come Spagna, Norvegia, Australia e Nuova Zelanda, censurato e tagliato in Italia, USA, Germania, Gran Bretagna, Corea del Sud. 

Le facce della morte – Conan LeCilaire (1978)

Vietato in Finlandia, Australia, Norvegia e Nuova Zelanda, nascosto per i britannici per quasi 20 anni, tagliato delle scene più ripugnanti in Italia. Il primo shockumentary mai creato: si tratta di un documentario costituito da filmati reali  di repertorio e autentiche ricostruzioni contraddistinte da un unico elemento: la morte in ogni sua minima sfumatura, dalla pubblica esecuzione alla tortura, passando per violenza su animali, omicidi, autopsie insieme a crudi incidenti stradali. Un ammasso raccapricciante di video che hanno segnato le menti di milioni di persone.

Salò o le 120 giornate di Sodoma Pier Paolo Pasolini (1975)

Su ispirazione del celebre romanzo del marchese De Sade e agli scritti di Barthes, in un’ambientazione nella famosissima quanto controversa Repubblica di Salò del ’44, Pasolini mette in scena un film struggente e potente, respinto in un primo momento dalla censura, poi – dopo l’omicidio del regista – mandato nelle sale anche se fortemente tagliato e vietato ai minori, infine nuovamente sequestrato perché segnato da attacchi fascisti.