Barbari: tutti gli errori e le inesattezze storiche della Serie TV Netflix

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Tutti gli appassionati di storia e conoscitori dell’Impero Romano sanno che Barbari, serie TV Netflix che ha debuttato sulla piattaforma di streaming il 23 ottobre del 2020, si struttura attraverso una narrazione che, per lunghi tratti, risulta essere piuttosto fedele alla storia raccontata all’interno della serie televisiva sviluppatasi in sei puntate. Naturalmente, per esigenze strutturali e per una tipologia di narrazione non documentaristica, sono diversi gli errori e le inesattezze storiche che sono presenti all’interno della serie TV presente su Netflix, per quanto le analogie vadano dimostrate e assolutamente riscontrate. Meritano, dunque, di essere sottolineate entrambe, attraverso una panoramica globale che riguardi tutti gli errori e le inesattezze storiche presenti all’interno di Barbari, serie TV Netflix.

La battaglia di Teutoburgo e gli errori di Barbari

La prima tra le inesattezze storiche che meritano di essere sottolineate in merito alla Serie TV Barbari presente in Netflix a partire dal 23 ottobre del 2020 è quella che riguarda la battaglia di Teutoburgo, storico evento che ha riguardato la storia dell’Impero Romano e, soprattutto, una delle più grosse e umilianti disfatte che i romani abbiano subito nell’ambito della loro storia. La battaglia di Teutoburgo e la disfatta che l’Impero Romano ha ottenuto dal 9 al 11 settembre del 9 d.C. rappresentano il culmine dell’espansione romana tra i popoli germanici, dal momento che, a seguito di questa sconfitta, Roma ha iniziato a retrocedere particolarmente di fronte all’ostile germanico. Sono diversi gli errori, per quanto minimi, che risultano essere presenti all’interno della narrazione televisiva.

Il primo riguarda l’effettivo svolgimento della battaglia che, nella storia, si è prolungata per 3 giorni, attraverso una serie di eventi concatenati tra loro che hanno portato la disfatta definitiva delle Legioni Romane e al suicidio di Varo soltanto nel terzo giorno di battaglia tra romani e germani. All’interno della serie televisiva, invece, per esigenze strutturali la tempistica viene accorciata, e ridotta alla stregua di poche ore. Inoltre, i numerosi eventi decisivi della battaglia, tra cui gli attacchi nella foresta, le legioni indietreggiate e il corpo a corpo tra i due eserciti, vengono accorpati in pochissime scene, per quanto si siano verificati a distanza di molte ore tra di loro.

Altri errori riguardano l’effettivo numero delle truppe presenti in campo, con una disparità tra romani e germani che nella serie televisiva sembra essere numerosissima ma che, nella realtà, non è stata tale; se nella serie televisiva le tribù germaniche che combattono tra di loro sono pochissime, portando ad un effettivo di circa poche migliaia di uomini, nella storia si dice che abbiano combattuto più di ventimila uomini al supporto di Arminio, con l’aggiunta di numerosi effettivi avvenuta soltanto successivamente, quando le voci della imminente vittoria germanica si erano ormai moltiplicate tra le tribù. I romani, invece, hanno schierato un numero di 15000 legionari e di, circa, 5000 ausiliari a ranghi completi, per un totale di 3 regioni, 3 ali e 6 corti ausiliarie.

Il ruolo di Arminio e il tradimento ai romani

Anche a proposito della figura e del ruolo di Arminio sono diverse le inesattezze storiche che permeano e sono presenti all’interno della serie televisiva presente su Netflix. Gli errori riguardano, essenzialmente, il rapporto con Varo e il suo ruolo nell’ambito del tradimento ai Romani, che ha portato all’incredibile vittoria dei germani nell’ambito della battaglia di Teutoburgo. In primo luogo, vale la pena confermare che l’educazione, soprattutto militare, che ha portato Arminio ad ottenere la cittadinanza romana sia reale, così come il ruolo di Arminio all’interno delle file degli ausiliari dell’Impero Romano.

Tuttavia, la nomina a Principe dei Cherusci che, nella serie televisiva, gli viene offerta direttamente da Varo in segno di riconciliazione e di pace con il popolo Germanico è stata, nella storia, un atto segreto, non conosciuto dal popolo e dall’impero Romano e che, a dire il vero, ha caratterizzato la componente principale del tradimento operato ai danni dei romani. Inesatta è anche la motivazione che ha portato i Romani a attraversare la foresta di Teutoburgo, all’interno della quale si è tenuta la celebre battaglia che ha portato alla loro disfatta. Se nella serie televisiva i Romani hanno attraversato la foresta per unire i barbari per la loro ribellione, la deviazione stabilita nella storia è testimoniata da alcuni storici è stata conseguenza di motivazioni differenti.

Gli storici come Velleio Patercolo e Cassio Dione testimoniano che la deviazione operata dagli uomini romani è stata dettata da una scarsa conoscenza del percorso, e i romani, che avevano già posto fine alla stagione delle guerre in ottobre, iniziarono a ritirarsi all’interno dei loro accampamenti invernali, affidandosi alle indicazioni che gli furono date dagli indigeni. Varo non sospettava assolutamente un agguato da parte dei germani e, anzi, si affidava alla conoscenza di Arminio, che avrebbe offerto le condizioni di pace migliori per il popolo romano. E invece veritiera la realtà che ha portato Segeste, nobile della tribù dei Cherusci, ad avvisare Varo circa il pericolo che i romani avrebbero corso all’interno della foresta di Teutoburgo, così come reale è stata la decisione di Varo di non ascoltare nessuno se non Arminio, suo traditore, di cui si fidava ciecamente.

Come scrive Velleio Patercolo: «[…] Segeste, un uomo di quel popolo [i Cherusci] rimasto fedele ai Romani, insisteva che i congiurati venissero incatenati. Ma il fato aveva preso il sopravvento ed aveva offuscato l’intelligenza di Varo […] egli riteneva che tale manifestazione di fedeltà nei suoi riguardi [da parte di Arminio] fosse una prova delle sue qualità […]» Infine, Arminio, secondo altre testimonianze, non ha mai dovuto lottare per ottenere la mano di Thusnelda, anzi, al fine di ottenerla in sposa, la rapì.

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.