5 film internazionali realizzati da registi italiani

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Quando si parla di film iconici, o che hanno fatto la storia oppure, ancora più frequentemente, quando per un periodo di tempo non si fa altro che parlare di un determinato film record d’incassi, sembra ci si riferisca quasi sempre ad un prodotto Made in Usa. E, quasi sempre, pur trovandoci in Italia, è proprio così. Quasi. Non a tutti i film di maggiore successo, può infatti essere attribuita una paternità americana. Anzi, molti lungometraggi passati alla storia come capolavori o che sono più attuali ma assolutamente già iconici, come Call me by your name, possono vantare una regia del tutto italiana. Ecco quali soni i migliori film internazionali realizzati da registi italiani.

Chiamami col tuo nome (2017)


Sceneggiatura di James Francis Ivory, americano. Adattamento cinematografico del romanzo Call me by your name di André Aciman, anch’egli americano. Regia made in Italy, firmata Luca Guadagnino. Nella fase di produzione, il regista palermitano era stato assunto soltanto come consulente di location, per poi prendere, nel 2016, le redini totali nella realizzazione del prodotto, diventando l’unico regista e dando vita al terzo e ultimo film della sua cosiddetta “trilogia del desiderio” di Guadagnino, dopo Io sono l’amore (2009) e A Bigger Splash (2015).

Il film, candidato tre volte al Golden Globe 2018 e quattro ai premi Oscar 2018, ottiene l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e rientra, secondo National Board of Review e l’American Film Institute, tra i 10 migliori film dell’anno. Guadagnino trasmette sul grande schermo la storia d’amore tra Elio, un diciassettenne residente in Italia, e lo studente americano Oliver, magistralmente interpretati da Timothée Chalamet e Armie Hammer, diventando sicuramente uno dei film cult degli ultimi anni.

C’era una volta in America (1984)

Tratto dall’omonimo romanzo dello statunitense Harry Grey e ambientato in una New York all’epoca del proibizionismo e del post-proibizionismo, nel 1984, Sergio Leone dirige C’era una volta in America (Once Upon a Time in America). Nonostante una lieve incertezza iniziale nell’accoglienza da parte del pubblico immediatamente dopo la sua uscita, questo film ha ottenuto negli ultimi quarant’anni un sempre più evidente successo, diventando ad oggi quello che è considerato uno dei film più belli di sempre.

C’era una volta in America, terzo capitolo della cosiddetta “trilogia del tempo“, preceduto da C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971), prevede, per montaggio e scelta stilistica due versioni. La prima, inizialmente distribuita solo negli Stati Uniti, vede il film privato, per essere più lineare e di facile comprensione per tutti, di alcuni flashback. La seconda, quella ritenuta effettivamente aderente al progetto del regista italiano Sergio Leone, e che dura perciò ben 219 minuti, venne successivamente proiettata in tutto il mondo. Sulle note di una colonna anch’essa rigorosamente Made in Italy e firmata Ennio Morricone, che l’aveva già reso molto famoso accompagnando i suoi film western, in questo capolavoro del cinema, Sergio Leone racconta le drammatiche vicende del criminale David “Noodles” Aaronson, interpretato da Robert De Niro, e dei suoi amici, dai quartieri bassi di Manhattan all’ambiente della malavita organizzata nella New York degli anni ’30.

This Must Be the Place (2011)

This must be the place, presentato in concorso al Festival di Cannes 2011 e vincitore di sei David di Donatello, è il primo film di Paolo Sorrentino in lingua inglese, scritto insieme a Umberto Contarello. Sean Penn, protagonista del film, conobbe Sorrentino durante il Festival di Cannes 2008, dove il regista italiano presentava in concorso Il divo, mentre Penn si trovava nella giuria. Da questo loro incontro nacque tra i due la volontà di collaborare all’interno di un film.

Così, qualche anno dopo, Sorrentino inizia a scrivere la sceneggiatura con la collaborazione di Umberto Contarello, tenendo a mente Sean Penn per il ruolo di protagonista e Frances McDormand nel ruolo di Jane, la moglie del protagonista, Cheyenne, desiderando talmente tanto che interpretasse Jane, quando le propose di leggere il copione, la avvertì anche dinanzi ad un suo rifiuto, il copione sarebbe stato cambiato per rendere il protagonista single o vedovo. La storia è quella di Cheyenne, frontman del gruppo rock Cheyenne & The Fellows. Ritiratosi a Dublino, dopo una vita e carriera di successo, vive con sua moglie Jane ed è convinto a rimanere lontano dal mondo della musica e dai suoi fan. Lo spingerà a tornare a New York City solo la volontà di mettersi sui passi di un uomo che ha perseguitato suo padre, ormai affetto da una malattia.

Nuovo Cinema Paradiso (1988)

Pellicola considerata uno dei film più importanti nella storia del cinema italiano, Nuovo Cinema Paradiso è il film che ha dato notorietà internazionale al regista italiano Giuseppe Tornatore, riconoscimenti e il successo ottenuti.
Colonna sonora di Ennio Morricone, considerata una delle sue opere più celebri e fortunate, il film, del 1988, racconta la storia di Salvatore Di Vita, un regista cinematografico che vive a Roma da circa trent’anni e non è mai tornato a Giancaldo, il paese siciliano di cui è originario.

Diffuso inizialmente in tutte le sale cinematografiche italiane, il film si rivelò presto un flop, imputabile probabilmente alla sua eccessiva lunghezza, riuscì ad accaparrarsi il consenso del grande pubblico, vincendo numerosi premi tra cui il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 1989, il Golden Globe per il miglior film straniero nel 1990 e il Premio Oscar per il miglior film straniero nel marzo 1990.

La ricerca della felicità (2006)

Anche la pellicola a cui molti credono si ispiri questo film ha origini italiane e stiamo parlando de Il Successo, del 1963, di Mauro Morassi. Per molti versi, La ricerca della felicità è considerato un suo remake in chiave americana. In particolare sarebbe stato proprio Will Smith, produttore del film e protagonista, a scegliere un italiano, il regista Gabriele Muccino, per girare il suo lavoro, dopo aver visto il suo L’ultimo bacio, segnalatogli dalla collega Eva Mendes sul set di Hitch. Il titolo, che fa riferimento alla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, intende l’impegno impiegato da Chris Gardner, imprenditore milionario, magistrale interpretazione di Will Smith, nel crescere suo figlio e cercare di realizzare il sogno di ottenere una vita migliore per entrambi.

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Federica Feola
Laureanda in scienze della comunicazione, esperta del mondo cinematografico e televisivo in tutte le sue sfaccettature. Amante di serie tv, news e attualità.