Tokyo Vice al centro della polemica, sarebbe troppo inverosimile

Ha recentemente debuttato su HBO negli Stati Uniti, la serie di Michael Mann che, immediatamente dopo, è finita al centro di un acceso turbine mediatico dettato dalle polemiche e dalle speculazioni contenute nel libro a cui Tokyo Vice si ispira. Ha destato praticamente da subito grande curiosità negli appassionati del piccolo schermo. Lo show che vede come sua principale star Ansel Elgort, però, è stato accusato di essere troppo inverosimile e, dunque, di mancare di veridicità a causa del materiale originale da cui è tratto. La trama di Tokyo Vice è abbastanza lineare. La serie racconta, infatti, le vicende del giornalista americano Jake Adelstein che, trasferitosi a Tokyo, inizia la sua ascesa nella cronaca nera nipponica. L’uomo stabilirà diverse relazioni pericolose con la malavita della città, in modo da riportare fedelmente i fatti della Yakuza.

Il libro dietro Tokyo Vice e i dettagli della polemica

Si tratta di vicende reali, quelle riportate nello show e, precedentemente, scritte nel libro di memorie omonimo da Adelstein stesso. Si intitola, per l’appunto Tokyo Vice: An American Reporter on the Police Beat in Japan. Prima di diventare uno show per HBO Max, il libro è stato un bestseller ovunque nel mondo. Con Michael Mann alla direzione dell’episodio pilota ed Ansel Elgort nei panni del protagonista, lo show ha catturato l’attenzione di molti, prima di finire nell’occhio del ciclone. L’Hollywood Reporter, infatti, ha riportato le speculazioni di molte persone vicine ad Adelstein che avrebbero affermato, insieme ad alcuni personaggi citati nel libro e con l’aiuto di esperti in materia che, le memorie siano poco accurate.

Tra le diverse dinamiche messe in discussione dai fautori della polemica, ci sarebbe l’idea che Adelstein sia stato sotto copertura nella Yakuza; mentre lavorava per il quotidiano nipponico The Yomiuri Shimbum. Si tratta di storie divenute un simbolo per la figura del giornalista, ma che adesso rischiano di crollare completamente a causa delle parole del collega del reporter, Naoki Tsujii. Il giornalista, infatti, afferma: “Non è assolutamente possibile che un giornalista dello Yomiuri riesca ad andare sotto copertura. Nessun reporter chiederebbe una cosa del genere ai propri capi. In Giappone, nemmeno la polizia agisce quasi mai sotto copertura. Fondamentalmente, è illegale e le prove non possono essere raccolte in questo modo. Sebbene ci siano state alcune riforme legali in merito di recente, lo Yomiuri era davvero severo su questo tipo di report.

La risposta di Adelstein

Il diretto interessato non ha tardato a rispondere alle polemiche, ovviamente mettendosi sulla difensiva. In particolare, Adelstein ha ribattuto in questo modo: “Non sottostiamo a regole del genere. Le informazioni si ottenevano con ogni mezzo possibile, tranne acquistandole, che è proibito”. Nonostante le paro le del reporter americano, la produzione ha tenuto a sottolineare che, Tokyo Vice non vada letta come una serie biografica e che, la verità, non fosse un fattore prioritario nelle fasi di sviluppo. Intrattenere il pubblico era l’obiettivo principale del team creativo di Tokyo Vice; ogni dettaglio appartenente alla vita reale sarebbe stato solo un valore aggiunto.

Al riguardo, in produttore esecutivo della serie afferma che Tokyo Vice sia stata, in molti punti, abbellita; prendendo le distanze dalla vita reale di Adelstein e rimettendo a lui la veridicità di quanto scritto nel libro. Tsujii, inoltre, intende sottolineare che, nonostante molte delle storie siano romanzate o completamente inventate, mettere la verità al servizio di una buona narrativa non rappresenti nulla di scabroso o anti etico.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.