DCEU: la classifica dei film dal peggiore al migliore

La classifica dei migliori e peggiori film del DCEU

L’arco narrativo della DCEU, gestito dalla casa di produzione Warner Bros., al momento si è rivelato discontinuo e senza una vera e propria identità o linea editoriale specifica. Dal 2013, anno di esordio con Man of Steel diretto da Zack Snyder, fino al 2022 con l’ultimo Black Adam, ci sono stati pochi alti e molti bassi. Per fare chiarezza, per quanto possibile, sulla qualità dei film di tutto il DCEU dall’inizio fino ad oggi, ecco una classifica dei film dal peggiore al migliore.

12. Suicide Squad (2016) di David Ayer

Una misteriosa agenzia governativa guidata da Amanda Waller (Viola Davis), raduna una squadra composta dai super cattivi più pericolosi al mondo, attualmente in prigione. L’obiettivo comune, dopo essere stati armati per bene, è quello di fermare la furia dell’Incantatrice interpretata da Cara Delevingne. Cast importante che vede Will Smith nel ruolo di Deadshot, Margot Robbie nei panni di Harley Quinn e Jared Leto come Joker. Film sconclusionato e senza identità; una serie di scene che si susseguono ai limiti dell’assurdo, con il goffo tentativo di rendere il tutto pop anche tramite una colonna sonora assolutamente fuori luogo. Interpretazioni forzatamente sopra le righe, dialoghi perlopiù da teenager ed action non all’altezza.

11. Wonder Woman 1984 (2021) di Patty Jenkins

Il destino del mondo è nuovamente in pericolo, e solo l’intervento di Wonder Woman riuscirà a salvarlo. Questo nuovo capitolo della storia di Wonder Woman, vede Diana Prince vivere tranquillamente in mezzo ai mortali nei vibranti e scintillanti anni ‘80, un’epoca di eccessi spinta dal bisogno di possedere tutto. Ma per quanto il film si sforzi, e lo stesso Gal Gadot nel ruolo, è tutto un disastro: a partire proprio dalla mediocrità dell’attrice, per poi passare alla regia piatta e inutilmente stracolma di bruttissimi ralenti. Gli anni ’80 non vengono praticamente mai contestualizzati, a differenza della Prima Guerra Mondiale nel primo capitolo. Il villain interpretato da Pedro Pascal, è interessante se legato alla voglia sfrenata di possedere tutto propria di quell’epoca, ma per il resto è in perenne over acting e le sue scelte restano telefonate, banali, e senza un vero sviluppo. I combattimenti sono tra i peggiori di tutti i film del DCEU.

10. Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn (2020) di Cathy Yan

Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, prendono di mira la piccola Cass, la città viene messa sotto sopra per trovarla. Uno spin-off DC tutto al femminile, colorato, eccessivo. Le strade di Harley, Huntress, Black Canary e Renee Montoya si incrociano, e l’improbabile quartetto non avrà altra scelta che allearsi per sconfiggere Roman. Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, potrebbe parlare di emancipazione femminile dopo che Harley Quinn, la protagonista della storia, viene lasciata da Joker. In cerca del suo posto nel mondo, Harley si ritroverà ad indossare stranamente i panni dell’antieroe, pur armandosi della sua solita follia. Il problema del film è la sua superficialità, i suoi estremismi abbondanti che talvolta sanno divertire, specie nelle sequenze d’azione, ma nella maggioranza dei casi offrono un kitsch esasperante; lo sviluppo dei personaggi è però troppo elementare, e i meccanismi narrativi risultano troppo spesso pretestuosi.

9. Justice League (2017) di Joss Whedon

Bruce Wayne, il cui ottimismo è stato alimentato dal gesto altruista di Superman nel precedente Batman v Superman: Dawn of Justice, chiede aiuto alla sua ritrovata alleata Diana Prince per affrontare un nemico ancora più temibile, che mina l’intera esistenza umana: Steppenwolf, scagnozzo del più potente Darkside. Insieme, Batman e Wonder Woman si mettono subito al lavoro per trovare e assemblare una squadra di metaumani pronti a fronteggiare questa nuova minaccia. Ma nonostante la formazione della Justice League composta da Batman, Wonder Woman, Aquaman, Cyborg e Flash, sembra non esserci scampo per gli eroi di fronte una minaccia troppo potente. Risveglieranno dalla morte Superman, dal costume nero. Ma nero è stato anche l’umore degli spettatori dopo il film, a causa di una sciatteria di fondo sia estetica (perché dal dark al colorato come cambio tono?) che narrativa. Il villain è fin troppo piatto e stereotipato, senza alcun mordente. I supereroi sembrano un A-Team con problemi di relazioni sociali, troppo impegnati a specchiarsi sulle allodole per concentrarsi sul destino del mondo. Persino i Teen Titans potrebbero impallidirsi a fronte di ciò. Cyborg, l’unico personaggio con del potenziale.

8. Black Adam (2022) di Jaume Collet-Serra

Dopo 5000 anni di prigionia, Black Adam viene liberato dalla sua tomba terrena e si prepara a scatenare la sua particolare forma di giustizia nel mondo moderno. Peccato che la nemesi di Shazam non sia poi così cattivo: parte come antieroe e termina come antieroe. Il film ha un problema di base sulla presentazione e la quasi mancanza di sviluppo del suo protagonista, interpretato nemmeno troppo bene da Dwayne Johnson. I personaggi secondari sono quasi tutti delle macchiette senza ragione alcuna di esistere, e finiscono per appesantire involontariamente l’andazzo della storia. Dai bruschi metodi di Black Adam potrebbero nascere riflessioni interessanti sul senso stesso di giustizia, ma è un discorso troppo ampio su cui il film non fa mai realmente leva. Per di più, la regia è derivativa da Snyder e Wan, mescolandoli in modo goffo. Unico personaggio interessante della Justice Society è il Dr. Fate di Pierce Brosnan, sempre elegante.

7. L’uomo d’acciaio (2013) di Zack Snyder

ll film racconta la genesi di Superman (interpretato da Henry Cavill), che arriva sulla Terra dal pianeta Krypton quando è ancora un neonato. Cresciuto amorevolmente dai coniugi Kent, il giovane scopre i propri straordinari poteri durante l’adolescenza e decide di metterli segretamente al servizio dell’umanità. Il problema di base è che nonostante una buona prima parte in cui si racconta il conflitto interiore di Superman, si presentano una serie di contraddizioni che non si digeriscono mai del tutto, appesantendo il racconto. Clark Kent lascia morire inspiegabilmente il padre, rompendo il phatos della scena che perde totalmente di credibilità. La seconda parte è una continua sequenza action di un’ora, anche interessante per la direzione che fa il verso agli anime, ma decisamente troppo abbondante e mai realmente giustificata.

6. Shazam! (2019) di David F. Sandberg

Billy Batson, per far uscire il supereroe che è in lui, basta che pronunci una sola parola – SHAZAM! – per far sì che uno scaltro quattordicenne rimasto orfano si trasformi in un adulto, il potente Shazam, per gentile concessione di un anziano mago che ha visto nel piccolo una gran virtù. Essendo ancora un ragazzino nell’animo ma dentro un corpo sovrumano, Shazam si diverte in questa versione adulta di sé stesso, facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con dei superpoteri: sperimenta, combatte, salva le persone, si vendica dei bulli. La ricerca della madre che ha abbandonato Billy, aggiunge un tocco di commozione al film. La controparte divertente di Superman è come se fosse una leggera parodia; gioca con i cliché del genere e intrattiene senza troppe pretese. Dovrà prendere però consapevolezza di sé, il buon Billy-Shazam, per combattere le forze del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

5. Aquaman (2018) di James Wan

Il film rivela la storia delle origini del mezzo umano, mezzo atlantideo: Arthur Curry. Lo spettatore assiste al viaggio della sua vita, che non solo lo costringerà ad affrontare chi è veramente, ma anche a scoprire se è degno di essere ciò per cui è nato, cioè un re. James Wan offre una regia videoludica di gran intrattenimento, con continui virtuosismi e movimenti di macchina a donare fluidità al tutto, senza perdere però la chiarezza visiva. Un racconto lineare, che nella sua semplicità sa essere più compatto dei precedenti film sopracitati.

4.  Batman v Superman: Dawn of Justice (2016)

Temendo le azioni di un supereroe, rimasto troppo a lungo senza controllo, il formidabile vigilante di Gotham City affronta il più osannato salvatore di Metropolis, mentre il mondo cerca di capire di quale eroe abbia realmente bisogno. E mentre Batman e Superman si dichiarano guerra, improvvisamente una nuova minaccia emerge, mettendo a repentaglio la sopravvivenza del genere umano: Doomsday! La prima alleanza del film tra Batman, Superman e Wonder Woman, è abbastanza convincente e richiede il sacrificio di Superman, per disperazione e riconoscenza dell’umanità. Molto interessante il conflitto psicologico più che fisico, imbastito tra i due colossi DC: Batman e Superman. Intrigante la figura di Diana Prince, fin troppo sopra le righe il villain comune, Lex Luthor Jr., ma con un’ideologia potenzialmente stuzzicante. Batman è consumato dal passato, è stanco e impaurito dalla figura di Superman. Lo stesso Superman è in crisi, l’umanità sembra non apprezzare più le sue gesta e gli dà del criminale. Davvero bella la colonna sonora di Hans Zimmer, note musicali malinconiche. Note dolenti: un’eccessiva durata che rende il film inutilmente prolisso e a tratti dispersivo; la fantomatica scena di “Martha” è fin troppo goffa, rivelandosi un macguffin patetico; lo scontro fisico tra Batman e Superman è davvero poca roba.

3. Wonder Woman (2017) di Patty Jenkins

Prima di diventare Wonder Woman, era Diana la principessa delle Amazzoni, cresciuta su un’isola paradisiaca ben nascosta e addestrata a diventare una guerriera invincibile. Quando un pilota americano (Chris Pine) compie un atterraggio di emergenza sulle sue sponde e racconta di un enorme conflitto scoppiato nel mondo esterno, Diana abbandona la propria casa convinta di poter porre fine alla minaccia. Combattendo al fianco dell’uomo in una guerra che metta fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi pieni poteri e il suo vero destino. Se il sequel è nel peggio, l’origin story del primo capitolo è nel meglio. Il contesto della Prima Guerra Mondiale funziona, crea consapevolezza, incrementa le relazioni tra i personaggi e offre qualche buono spunto per l’azione. Una regia che, pur non risultando di livello, è più calibrata rispetto a ciò che sarà nel seguito. Il colpo di scena finale, pur essendo telefono, è un buon climax per la battaglia tra dei. Ares, il Dio della guerra, si aggira dietro la pericolosità dei nazisti. Un buon mix di toni dark con un pizzico di romanticismo, nonché di preziosa ingenuità di Diana.

2. Zack Snyder’s Justice League (2021) di Zack Snyder

Determinato ad assicurarsi che il sacrificio finale di Superman non sia stato vano, Bruce Wayne unisce le forze con Diana Prince allo scopo di reclutare una squadra di metaumani per proteggere il mondo da un minaccia imminente di proporzioni catastrofiche. Il compito si rivela più difficile di quanto Bruce immaginasse, poiché ogni componente deve affrontare i demoni del proprio passato, per trascendere da ciò che li ha bloccati, permettendo loro di unirsi e formare finalmente una lega di eroi senza precedenti: la Justice League. Finalmente insieme, Batman, Wonder Woman, Aquaman, Cyborg e Flash potrebbero essere in ritardo per salvare il pianeta da Steppenwolf, DeSaad e Darkseid e dalle loro terribili intenzioni. Per la durata di 4 ore, venduta come una miniserie televisiva da due episodi, quello che è in realtà è il film personale di Zack Snyder sulla Justice League riesce a riprendere il fallimento totale di Joss Whedon. In 4 ore c’è ampia caratterizzazione dei personaggi, ed il montaggio delle scene acquisisce maggior senso cronologico pur concentrandosi solo sull’intimità degli eroi, e non sul bene comune che viene prima di quello individuale. Pur, in parte, tradendo la fedeltà degli ideali supereroistici, Snyder forgia una Justice League psicologicamente a pezzi che deve risollevarsi, deve collaborare per far fronte ad un nemico terribile; la regia è divertente nel suo tono dark, con ralenti pomposi e virtuosismi di puro intrattenimento volti ad esaltare l’inaspettata violenza del film. Visivamente riesce ad essere più di impatto dei precedenti film diretti dal regista, cercando di richiamare un epicità da fantasy e donando phatos alle scene (soprattutto quelle nel regno delle Amazzoni). La Snyder Cut ha ciò che gli altri film non hanno del tutto, e cioè una propria identità e compattezza. Sarebbe dovuta essere il filo conduttore della linea editoriale generale, ma la voglia di copiare la Marvel ha accecato i produttori della Warner.

1. The Suicide Squad (2021) di James Gunn

Si riuniscano una serie di truffatori, tra cui Bloodsport, Peacemaker, Capitan Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, Re Squalo, Blackguard, Javelin e la psicopatica più amata di tutti, Harley Quinn. Quindi si armino pesantemente e si lascino cadere (letteralmente) sulla remota isola di Corto Maltese, piena di nemici. Avventurandosi in una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia, la Squadra sarà coinvolta in una missione di ricerca e distruzione, sotto la guida sul territorio del colonnello Rick Flag e le direttive degli esperti tecnologici del governo di Amanda Waller nelle orecchie, che seguono ogni loro movimento. E come sempre, ad ogni mossa falsa rischiano la morte (per mano dei loro avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller). A voler scommetterci, la vincita è a loro sfavore contro ognuno di loro. Inevitabilmente, al primo posto ci finisce la Sucide Squad di James Gunn, ben amalgamata rispetto a quanto visto nel primo film e arricchita dall’identità autoriale del regista-sceneggiatore. Personaggi con un vero e proprio arco narrativo, comicità sopra le righe, profondità d’animo di questi antieroi e critica al governo americano. Sul finale, il combattimento è un omaggio ai Kaiju Movie… che si vuole di più?

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.