La bambina che non voleva cantare, la recensione del film andato in onda su Rai 1

la bambina che non voleva cantare

Diretto da Costanza Quatriglio, La bambina che non voleva cantare è un film per la televisione andato in onda su Rai 1. La pellicola è attualmente disponibile sulla piattaforma streaming online Rai Play per la visione gratuita. Si tratta di un film a metà tra il biopic tradizionale, amatissimo dal pubblico di massa negli ultimi anni, ed il racconto sociale. La bambina che non voleva cantare esplica la scoperta e la nascita artistica della cantante italiana Nada Malanima; interprete di spicco della musica pop nostrana di secondo Novecento; la cui carriera cominciò sin da giovanissima, come riportato con una certa accuratezza sul piccolo schermo dalla Quatriglio. In quest’articolo, la nostra recensione di La bambina che non voleva cantare.

La recensione di La bambina che non voleva cantare, trama

La bambina che non voleva cantare è un racconto agrodolce che muta forma e non si sente a suo agio nell’etichetta di biopic. Quella di Nada Malanima, del resto, è una storia di vita madida di sfaccettature; carica di un profondo senso di nostalgia, innocenza e timidezza, ma anche di forza, intelligenza, determinazione ed empatia.

Ispirato dal libro autobiografico della cantante, intitolato Il mio cuore umano, La bambina che non voleva cantare presenta allo spettatore un racconto d’amore per la famiglia, di travaglio emotivo e di realtà rurali ben lontane dal clima sociale ed artistico che caratterizzò gli anni ’60. Prima di essere un vero biopic, infatti, La bambina che non voleva cantare è un ritratto di un’epoca che fu; dove la globalizzazione entrava a gamba tesa nei sogni di milioni di persone, mentre continuava a rimanere un miraggio ben lontano per altri.

Il film offre uno spaccato sentimentalmente intenso dei primi anni di vita della giovane promessa della musica italiana. Ambientato in un paese toscano nell’arco del decennio ’60, La bambina che non voleva cantare sfrutta flashback genuini, intrisi di forte nostalgia per il passato, dove si assiste alla nascita artistica di Nada Malanima sin dalla tenerissima età.

L’intensità delle scene finali ed il travaglio emotivo della protagonista

Il film raggiunge il climax quando l’infanzia innocente di Nada, il suo presente da giovane promessa della Canzone italiana ed il suo futuro stellare si intrecciano sul palco del Teatro Ariston durante il Festival di Sanremo del 1969. Prima di raggiungere la scena clue della pellicola, dove Nada canta uno dei suoi brani più celebri, Ma Che Freddo Fa, in una versione ri-arrangiata con maestria che racchiude tutti i tratti fondamentali della musica degli anni ’60; dal Surf Rock, al Pop, dalla musica leggera alle chitarre distorte che, in quegli anni, ritrovavano negli inglesi Kinks il loro lasciapassare verso un avvenire elettrico, il film tocca diversi punti dal forte carico emozionale che avrebbero segnato il carattere dell’interprete per sempre.

Dalla fragile salute mentale della madre di Nada al suo rapporto con l’amore; inviso dalle tragedie di paese che avrebbero corrotto il suo punto di vista sulle relazioni. Nada ha un animo forte, non intende cantare, ma il suo è un dono e la madre lo sa benissimo. I suoi genitori, dal cuore buono ed il corpo provato dalla vita rurale, sanno benissimo che per Nada, cantare significherebbe allontanarsi per sempre dalle fatiche della terra;  potendo aprire lo sguardo verso nuovi orizzonti assolati. Eppure, sin da bambina, lei non vuole questo.

Nada ama il suo paesino nei pressi di Livorno, ciò nonostante intende perpetuare il suo percorso musicale visti gli effetti curativi che, la sua voce, ha sullo stato psicologico di sua mamma. Nada comincia a cantare d’amore sin da bambina; tormentando sé stessa per convincersi delle storie che la sua voce meravigliosa regala al vento, desiderosa di scoprire quanta verità ci sia nei versi delle canzoni con cui inebria il suo pubblico, di portata sempre maggiore.

Il cast di La bambina che non voleva cantare

In questa recensione di La bambina che non voleva cantare, un plauso importante va fatto al cast. La giovanissima Tecla Insolia ha vestito i panni di Nada con grande eleganza, trasporto ed innocenza, mostrando un talento innato per la recitazione, oltre che per il canto, per la quale è già nota al pubblico degli addetti ai lavori. In La bambina che non voleva cantare troviamo, inoltre, una fragile ed intensa Carolina Crescentini, nel ruolo della madre della cantante, un ottimo Sergio Albelli ed un bravissimo Paolo Calabresi nei panni dell’affezionatissimo maestro Leonildo. La piccola Giulietta Rebeggiani ha, inoltre, interpretato con sorprendente maturità il ruolo di Nada a 7 anni.

La recensione di La bambina che non voleva cantare, conclusioni

La bambina che non voleva cantare è sicuramente un prodotto godibile e, giunti alla fine di questa nostra recensione, ci sentiamo sicuramente di consigliarlo; specie ai fan della musica italiana e, più nello specifico, della cantante. La pellicola permette anche ai meno avvezzi di affezionarsi al personaggio della Malanima, segnato da alcune esperienze decisamente premature.

Ciò nonostante, il film presenta dei chiari difetti d’approssimazione; non permettendo mai allo spettatore di comprendere realmente a pieno quanto complicata la carriera artistica di una giovane star possa essere e a quanti sacrifici si incorra per il successo o, per amore della propria madre, come nel caso specifico di Nada. Ben pochi sono, infatti, i punti fondamentali sotto l’aspetto tecnico-musicale e puramente emotivo, affrontati dal film; nonostante la presenza di materiale dettagliato su fatti di vita vissuta difficili da approssimare.

In ogni caso, la performance di Tecla Insolia e dei personaggi che hanno fatto da cornice alle sue vicende, la scena finale ed alcuni momenti in cui l’apporto emotivo si è rivelato tangibile e, a tratti, anche elevato, salvano il film; permettendogli, inoltre, di spogliarsi del suo carattere di biopic lineare, in favore di qualcosa di ben più feeling-oriented.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.