I Tenenbaum: Luke Wilson, Bjorn Borg e la storia di una magica interpretazione

Richie Tenenbaum Luke Wilson, ispirazione Bjorn Borg

Uno dei marchi di fabbrica nella carriera di Wes Anderson risiede nella caratterizzazione dei personaggi che vivono all’interno delle sue pellicole. Alla maniera bucolica di un ideale quadretto poetico, il regista statunitense studia perfettamente ognuno dei suoi personaggi, non soltanto destinando ad ogni attore il ruolo che meglio evidenzia la sua attitudine (per quanto ipoteticamente sopita in altri ruoli cinematografici), ma anche ritagliando in maniera minuziosa e ossessiva ogni contorno, sfumatura e orpello che possa definire quello stesso personaggio. La conseguenza è quella che porta ad osservare alcuni attori, come Owen Wilson, Edward Norton, Bill Murray, Adrien Brody e Tilda Swinton, in grado di regalare performance attoriali che – molto spesso – si osservano come qualitativamente migliori rispetto a corrispettivi di carriera. E’ in quest’ottica che si può guardare al ruolo complesso ma incredibilmente efficace di Luke Wilson all’interno del film I Tenenbaum: in un cast che, come da programma di Wes Anderson, risulta essere corale e composito, il fratello di Owen Wilson ha sicuramente regalato al pubblico un’interpretazione magica e pregole del personaggio di Richie, ricalcando – in maniera leggiadra – la vita e la carriera di Bjorn Borg.

Luke Wilson e la sua interpretazione di Ritchie Tenenbaum all’interno del film di Wes Anderson

I Tenenbaum è uno dei film caratteristici di Wes Anderson, in grado di definire in maniera chiara ed evocativa la carriera di Wes Anderson. Insieme ad altri prodotti, come Grand Budapest Hotel, Moonrise Kingdom e The French Dispatch, il prodotto cinematografico del 2001 spicca per motivi che esulano dal semplice contenuto narrativo della trama e che cercano, per vie traverse, di destinare una comunicazione efficace allo spettatore, attraverso simboli, immagini e componenti fortemente emblematiche. A partire dal libro che presenta il film (in un’ideale narrazione incorniciata in un meta-racconto, così come avviene per i già citati prodotti cinematografici) fino a giungere a scelte estetiche e cromatiche, il film racconta se stesso in modo molto più complesso di quanto la sola trama possa esprimere.

Nell’interpretazione di Luke Wilson, che ha recitato diretto da Wes Anderson anche in Un colpo da dilettanti e Rushmore, si coglie una caratterizzazione incredibile del personaggio di Ritchie Tenenbaum, che spicca, all’interno di una pellicola composita e definita da un cast corale, per una storia affascinante e per un percorso emotivo e narrativo sicuramente molto interessante. A partire dalla situazione familiare comoda in cui ha vissuto (a differenza dei suoi fratelli, che si sono ritrovati in condizioni di mancato riconoscimento e amore o di scontro genitoriale) fino al successo in quanto astro nascente del tennis, passando per il successo umano e lavorativo, Richie Tenenbaum è colui che ha la vita “più semplice” tra i tre fratelli. Tuttavia, la sua condizione emotiva è fortemente devastata fin da quando era soltanto un bambino e, da allora, non è mai cambiato l’amore che prova nei confronti della sua sorella adottiva. Condurre una vita non gli è più possibile allo stesso modo e, per questo motivo, dopo aver abbandonato il tennis e cercato di stabilire la propria vita altrove, il contatto con sua sorella sarà la fonte di una sua volontà di suicidio che, per quanto non riuscirà a concretizzarsi, sarà l’atto in grado di determinare il suo cambiamento.

La “morte” di Ritchie Tenenbaum

La scena, emblematica, che permette di raccontare il cambiamento del personaggio all’interno del film e di offrire la narrazione completa della figura di Richie Tenenbaum, interpretato da Luke Wilson, riguarda la “morte” dello stesso, avvenuta in maniera soltanto allegorica all’interno del film. La scelta del suicidio anima Richie Tenenbaum che, non riuscendo a vivere in virtù di un amore che vede impossibile, decide di porre fine alla sua esistenza, dopo aver provato a scappare dalla realtà della sua vita in qualsiasi altro modo. In un climax perfettamente realizzato, che vede il personaggio dapprima spogliarsi dei simboli che fino a quel momento l’avevano caratterizzato (occhiali da sole e fascia nei capelli), poi tagliarsi i capelli e rasarsi, si giunge verso l’atto ultimo di una scena sicuramente memorabile all’interno del film: con tagli scomposti e irregolari, Richie Tenenbaum tenta di togliersi la vita con una lametta.

Si potrebbe, analiticamente parlando, affrontare la scena attraverso chiavi di lettura differenti, cercando di ottenere una risposta a determinate scelte in grado di sorprendere anche se si guarda alla scena stessa senza la pretesa di capirne ogni significato. In primo luogo è degno chiedersi: una persona che vuole suicidarsi perché si taglia prima capelli e barba? Con una scelta apparentemente priva di senso concreto, Wes Anderson permette di offrire un’estrema dignità al proprio personaggio: l’atto di tagliarsi capelli e barba prima di procedere con l’eventuale atto ultimo della sua vita porta Richie Tenenbaum a rinunciare a quei pilastri che avevano animato la sua vita; simbolicamente parlando si è – agli occhi di uno sconosciuto e non solo – come si appare, in tutte le possibili connotazioni che la propria estetica può donare. Spogliarsi di quelle caratteristiche prettamente somatiche e umane che l’avevano sempre reso visibile (fin da bambino) vuol dire, in atto ultimo, uccidersi prima di morire, rinunciando alla propria vita prima di perderne una in maniera reale.

Togliere la fascia dai capelli, nel rimando alla figura di Bjorn Borg da cui il personaggio si ispira, rafforza la precedente teoria, ma offre anche un elemento aggiuntivo: è la fine del sogno di vita, voluto o imposto, che ha definito tanto la persona quanto il personaggio. Gli stessi tagli alle braccia, scomposti e – talvolta – in grado di seguire la linea delle vene, possono suggerire qualcosa: è la voglia di evasione da un ordine precostituito, di fuoriuscire da uno schema narrativo che è l’esistenza e che, nel caso di un tennista, diventa una vera e propria ossessione mentale. E’, in fin dei conti, non soltanto la storia di un uomo che vede il proprio amore impossibile o non ricambiato, ma anche la narrazione di un uomo che non vuole più essere uomo, di una persona che rinuncia a tutto ciò che ha vissuto.

La figura di Bjorn Borg e l’ispirazione per il personaggio interpretato da Luke Wilson

L’ombra di Bjorn Borg aleggia imperante nella figura di Richie Tenenbaum. Il tennista svedese ha vissuto una carriera che, per confronti con altre realtà del tennis, può sicuramente essere definita e considerata come atipica. Non soltanto si parla di uno dei più grandi tennisti della storia, ma anche di un giocatore che ha deciso di interrompere la sua carriera da giovane, all’età di soli 26 anni. Per quanto abbia tentato un ritorno, fallimentare, sui campi di tennis ad anni di distanza dal suo primo ritiro, Borg ha dovuto pagare ben presto la mancata connessione con la realtà sportiva che, intanto, si evolveva: il suo ritorno con racchette in legno e sistemi di gioco ampiamente superati fu brevissimo e, soprattutto, accompagnato da sole sconfitte.

Come per Bjorn Borg, anche per il personaggio di Richie Tenenbaum, che dominava idealmente nel panorama del tennis, il ritiro dal tennis è avvenuto da giovane. Lo stesso atto suicida, tentato ma non concretizzato, è un fattor comune: il tennista svedese ha tentato di togliersi la vita all’età di 40 anni e, per quanto le versioni non siano mai state confermate, fu ricoverato d’urgenza in ospedale dopo aver ingerito 60 pastiglie di Roipnol. Basti guardare, infine, a dettagli estetici in grado di confermare la somiglianza tra i due, dai capelli lunghi alla fascia nei capelli, che conferiscono un’immagine globabalmente simile ai due soggetti.

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.