Oktoberfest: tutto sulla miniserie tedesca di Netflix, ambientata nel 1900 tra birra e sangue

Oktoberfest Birra e Sangue recensione

Gli amanti e i conoscitori della cultura tedesca sanno che uno dei momenti maggiormente riconoscibili durante un anno è quello dell’Oktoberfest, ricevuto ormai come una vera e propria festa nazionale all’interno della quale svagarsi e dare spazio alla propria libertà, che non si esprime soltanto attraverso la birra, che risulta essere il marchio di fabbrica di questa festa, ma anche attraverso il clima che viene a generarsi, e che porta tutti a vivere in un momento di particolare fratellanza dettato dalle condizioni di libertà in cui si vive. Di tutt’altro tenore è, invece, la Serie TV Oktoberfest, presente sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dal 1 ottobre del 2020 per il mercato italiano e che, in sei puntate, mostra ciò che c’è da sapere rispetto al contesto del 1900 che viene portato in auge sullo schermo, tra birra, sangue, omicidi, suicidi e lotte familiari ed economiche. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito della miniserie tedesca di Netflix Oktoberfest – birra e sangue.

Trama di Oktoberfest – birra e sangue, miniserie Netflix in 6 puntate

La Serie TV Oktoberfest prende le mosse nel 1900 di Berlino, quando un birraio sconosciuto di Norimberga, di nome Curt Prank, si presenta al gestore della festa nazionale di Baviera, mostrandogli il suo ambiziosissimo progetto di rivoluzionare la festa del Oktoberfest. Se, fino a quel momento, infatti c’era stata soltanto la presenza di piccoli tendoni di tradizione familiare ed ereditaria, con la presenza di Curt Prank l’Oktoberfest si rivoluzionerà data la presenza di un enorme tendone che potrà accogliere fino a 6000 persone, intente a bere birra e festeggiare. Benché ambizioso, il progetto non è impossibile da realizzare, ma per farlo c’è bisogno di muovere una serie di pedine che riguardano sia il posizionamento, in termini strategici, del tendone, sia l’accordo con le famiglie che verrebbero spodestate data la presenza delle norme tenda di Curt Prank.

Tra le stesse, è presente la famiglia Hoflinger, che viene presentata sullo schermo come una famiglia piuttosto ancorata a valori tradizionali ma che, date le spinte dei due giovani Hoflinger, cede alla rivoluzione e al cambiamento, che guarda a birra imbottigliate, all’esportazione e ha un mercato globale della birra. Ben presto, lo scontro tra Curt Prank e gli Hoflinger diventerà la matrice fondamentale della serie, e passerà attraverso una serie di scontri, omicidi, suicidi e tanto altro ancora. La serie si conclude con la realizzazione del grande sogno di Curt Prank, che avviene, allo stesso tempo, dopo un grandissimo spreco di sangue e, soprattutto, dopo aver coinvolto una serie di figure, tra cui sua figlia Clara, che diventerà parte integrante della narrazione.

Il cast di Oktoberfest, tra personaggi noti e volti inediti sul piccolo schermo

Il cast di Oktoberfest si arricchisce di una serie di personaggi che oscillano tra la notorietà e l’inedito, presentandosi per la prima volta sul piccolo schermo. Il personaggio di Curt Prank è interpretato dall’attore Misel Maticevic, già presente all’interno di un altro prodotto televisivo tedesco, Babylon Berlin. Sua figlia Clara, invece, è interpretata da Nicole Mercedes Muller, mentre la figura che si oppone all’egemonia di Curt Prank, Maria Hoflinger, è interpretata da Martina Gedeck, che lotta contro le tendenze rivoluzionarie e anti conservatrici di suo figlio Ludwig, interpretato da Marcus Krojer, e del figlio maggiore Roman, interpretato da Klaus Steinbacher. Il cast  si arricchisce del nobile personaggio di Colina Kandl, dapprima governante di Clara, poi birraia nell’ambito del Oktoberfest, interpretata da Brigitte Hobmeier.

Tra birra e sangue: tutto ciò che manca e che funziona in Oktoberfest

Per sua stessa natura, Oktoberfest è un prodotto televisivo ancorato a certi modelli comportamentale e certi tipi di realizzazione televisiva, che certamente non mancano all’interno del piccolo schermo nel quale si può osservare la miniserie presente su Netflix in sei puntate. Tutti i valori che, dal punto di vista astratto, potrebbero essere osservati all’interno della cultura tedesca vengono rappresentati fedelmente all’interno dell’ideale televisivo di Oktoberfest, talvolta pesantemente accentuati in un meccanismo di realizzazione che, per certi tratti, sembra essere troppo stereotipata.

La ritorsione tra famiglie, il comportamento violento del protagonista Curt Prank, il sangue e l’atteggiamento rissoso, il contesto funesto che si distingue all’interno della narrazione sono tutti elementi che funzionano, a meno che non vengano accentuati come in alcuni tratti della narrazione, diventando troppo pesanti e difficili da gestire. In generale, Oktoberfest è una serie che, nonostante l’esiguo numero di puntate, non riesce ad essere vista tutta d’un fiato, a causa della pesantezza delle puntate e, soprattutto, di quei numerosi elementi che si ritrovano all’interno di ognuna delle stesse. Nonostante ciò, sono molti gli elementi che funzionano perfettamente all’interno della narrazione, che in un quasi ariostiano ideale funziona attraverso una serie di atteggiamenti e azioni concentriche, che riguardano tre possibili filoni narrativi che si allontanano e si avvicinano continuamente all’interno della narrazione: la smania di protagonismo di Curt Prank, le difficoltà economiche e sociali della famiglia Hoflinger, l’atteggiamento ribellino e rivoluzionario di Clara, che sfugge alle grinfie del padre e decide di farsi una nuova vita avvicinandosi a quella stessa società che Curt Prank vuole conquistare.

Non mancano altri elementi abbastanza convenzionali all’interno della narrazione, ma che arricchiscono la stessa in maniera notevole: la difficile infanzia di Prank, che ha visto suo padre ucciso davanti ai suoi occhi, l’omosessualità di Ludwig, che viene da prima condannato per le sue tendenze sessuali, poi sceglie la morte suicidandosi, il matrimonio difficile tra Roman Hoflinger e Clara Prank, appartenenti a due famiglie rivali ma che, allo stesso tempo, non riescono a non cedere al proprio amore. Tutti elementi che godono di una grande stereotipizzazione, ma che non possono mancare all’interno di una narrazione simile che, tutto sommato, risulta essere consigliata.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.