Suicide Squad: tutti gli errori presenti all’interno del cinecomic di David Ayer

Suicide Squad: tutti gli errori presenti all'interno del cinecomic di David Ayer

Il governo americano istituisce un team formato da supercriminali, che accettano di buon grado la collaborazione grazie agli sconti di pena loro promessi. Una squadra di elementi “sacrificabili”, da utilizzare quindi nelle missioni più pericolose: qualora qualcuno cercasse di disertare, un chip impiantato nel corpo ne causerà la morte istantanea. La Suicide Squad dovrà subito vedersela con una potente entità conosciuta come Incubus, tornata dopo secoli con l’intento di distruggere l’umanità.

Questa è la trama di Suicide Squad, uno tra gli appuntamenti immancabili e più attesi dagli appassionati dell’universo DC, film diretto da David Ayer nel 2016, dalla durata di 119 minuti e dal cast superlativo, che conta attori di rilievo, tra cui Margot Robbie (Harley Queen), Will Smith (Deadshot), Jared Leto (Joker), Joel Kinnaman (Rick Flag), Viola Davis (Amanda Waller), Cara Delevigne (l’Incantatrice).

Nonostante il notevole successo riscosso grazie all’incredibile campagna di marketing che lo ha accompagnato e le numerose candidature, in realtà il cinecomic sembra non esser stato accolto positivamente dalla critica. Questo, infatti, presenta degli errori e delle inesattezze di diversa natura, che tutt’oggi alimentano il dibattito in merito al dubbio gusto della pellicola di David Ayer.

La gestione e presentazione dei membri della Suicide Squad

Il film naturalmente punta tutto sui personaggi e sul fascino che essi esercitano in quanto “villain”. Tuttavia, la riuscita in questa direzione è possibile solo in parte, infatti, tutti sembrano avere un lato umano, dei rimorsi, sensi di colpa e giustificazioni che, in quanto tali, snaturano inevitabilmente il ruolo accattivante di supercriminali. Ma non solo: la gestione e presentazione stessa del team è una questione spinosa. La narrazione è troppo concentrata su alcuni personaggi nello specifico, lasciando agli altri comparse e battute che appaiono di conseguenza forzate ed evitabili.

Flag, Harley Queen e Deadshot sono i veri protagonisti, la loro presentazione è efficiente e ben sviluppata attraverso una dettagliata e completa articolazione delle rispettive backstories, riprese in più momenti nell’arco di tutta la durata del film. Gli altri, Diablo, Killer Croc, Katana, Slipknot e Boomerang, ricevono a malapena un’introduzione, risultando così come personaggi poco interessanti e quasi inesistenti all’interno degli intrecci. Questo squilibrio causa il paradosso della collaborazione della Suicide Squad, che non si sa come rimanga in piedi e, infatti, quando Diablo la definisce come la sua “seconda famiglia” risulta quasi fuori luogo.

La forzata presenza del Joker e la rottura della timeline ammessa da David Ayer

Joker e Harley Queen: promozione assoluta per la coppia. Jared Leto può interpretare Joker? Assolutamente sì, è una versione diversa rispetto a quella degli anni ’90 di Nicholson o quello oscuro di Ledger, tuttavia, il Joker di questo film non sembra esser del tutto convincente: non è membro della squadra e appare pochissimo, attraverso alcuni flashback e poche altre scene, tutte eccessivamente sopra le righe anche per un film del genere, non dando la possibilità di apprezzare l’interpretazione dell’attore. Nel poco in cui lo si è visto è stato esagerato e troppo costruito nella messa in scena estetizzante.

Suicide Squad è venuto a identificarsi velocemente nell’opinione pubblica come un film frivolo, che non si prende troppo sul serio, rompe i ritmi per inserire battute e utilizza scene forzate senza preoccuparsi di molte coerenze. Uno tra gli errori più gravi, ammesso anche da David Ayer stesso su twitter mentre rispondeva alla domanda di un fan, spezza la timeline degli eventi: durante la presentazione di Harley Queen compare il sottotitolo “Complice dell’omicidio di Robin”. Questo però è impossibile, dato che Joker uccide Robin prima di esser ricoverato all’Arkham Asylum in cui incontrerà per la prima volta la dottoressa Harleen Quinzel, ancora un’innocente psichiatra.

Errori di natura logica presenti in Suicide Squad

Anche la scelta della minaccia da sventare rappresenta un errore di natura logica. Il classico espediente narrativo di “dover salvare il mondo” non si addice a questa particolare formazione, molto più consona a missioni segrete e di ambigua moralità. Qual è il senso di mettere la sicurezza nazionale nelle mani di un gruppo di criminali se si poteva affidare il compito a Batman o a Flash?

Lo sventare un simile pericolo offre ai personaggi un riscatto che non dovrebbe appartenergli, poiché sono e rimangono criminali. La stessa gestione della trama dell’incantatrice lascia a desiderare: quale archeologa esperta staccherebbe la testa di un manufatto antico appena ritrovato? Perché la strega una volta uscita dalla grotta non ha portato il suo cuore con sé? E se può trasportarsi ovunque, perché allora semplicemente non lo ruba e scappa via?

Gli errori tecnici di Suicide Squad

Nel complesso Suicide Squad è un buon film, scorre velocemente ed è piacevole nella sua stordente follia. Il comparto tecnico naturalmente merita molte menzioni positive: efficaci la fotografia in bilico tra noir e videogioco, la messa in scena, la scrittura e le musiche eccentriche. Tuttavia, anche questa ripartizione, come dimostrato, presenta degli errori importanti ed assolutamente evitabili

A partire dai sottotitoli neri all’inizio del film su sfondo scuro e perciò illeggibili, la posizione di Harley Queen che cambia a seconda delle inquadrature nella scena della cella, l’acqua del fiume in cui precipita l’auto in corsa di Joker irrealisticamente limpida, l’altezza inesatta di Killer Croc (doveva essere alto 2 metri e mezzo stando ai documenti mostrati nel film, invece è alto quanto Deadshot, circa 1 metro e 86), i libri in lingua persiana che dovrebbero essere aperti dal lato opposto, la fronte dell’uomo che l’incantatrice fa impossessare dallo spirito del fratello priva di ferite dopo esser sbattuto contro lo specchio, lo squarcio di un sacco che presenta una chiusura lampo con un coltello, la posizione degli oggetti di scena che cambia a seconda delle riprese, il mostro che piomba dall’alto nell’ascensore rompendone il soffitto perfettamente integro nell’inquadratura successiva durante il combattimento con Harley.

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Stefania D'Aniello
Appassionata di lingue, culture e comunicazione in tutte le sue forme verbali e non.