Marvel: perché la Fase 4 del MCU non ha funzionato?

Fase 4 del MCU perché non ha funzionato, analisi dei difetti e degli errori

Si è quasi alla fine della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, atto primo della Multiverse Saga, ed è arrivato il momento di ragionare sul perché questo nuovo ciclo non sia partito nel migliore dei modi. e perché non abbia funzionato. Dopo più di un decennio di successo incontrastato di critica e pubblico, il grande disegno Marvel inizia a scricchiolare, un po’ per un calo generale nella qualità produttiva, un po’ per la mancanza di una direzione chiara da seguire. Dopo 15 produzioni, divise tra serie tv e film, cosa effettivamente non ha funzionato?

Le serie TV del Marvel Cinematic Universe: quali non hanno funzionato?

Il passaggio dal cinema alla tv del Mcu non è stato affatto facile; con molti bassi e pochi alti le produzioni originali sbarcate su Disney+ hanno deluso, e non poco, le aspettative dei fan. Wandavision e Loki sono le uniche serie ad aver lasciato il segno tanto sul pubblico quanto sul disegno generale. Hawkeye, Falcon e What if? sono prodotti senza infamia e senza lode, con personaggi ben caratterizzati ed un identità di genere quantomeno ben definita.

Ms. Marvel, She-Hulk e Moon Knight sono semplicemente senza né capo né coda: sceneggiatura deficitaria, effetti visivi a dir poco terrificanti ed una palese povertà di idee accompagnano lo spettatore durante tutta la visione. Il difetto più grande, comune a tutte le produzioni, è la struttura narrativa: un inizio carico di premesse interessanti, una parte centrale dove non si va da nessuna parte ed un finale raffazzonato condito da un cameo e uno spiegone. Rivolgendo lo sguardo al futuro non si può che rabbrividire, dinanzi alla quantità di contenuti in arrivo.

Il Multiverso della Marvel e l’abbondanza di cameo nei film

Non li guardo. Ci ho provato, sai? Ma non sono cinema. Sinceramente, la cosa a cui mi fanno pensare – pur ammettendo quanto bene sono fatti e come gli attori riescano comunque a tirarne fuori il meglio possibile – sono i parchi a tema.

Martin Scorsese, 2019

Questa è la dichiarazione di Martin Scorsese che, nel lontano 2019, aveva fatto tanto infuriare i fan Marvel di tutto il mondo. Tre anni e 15 prodotti dopo, bisogna ammettere come il regista italo-americano non fosse poi così lontano dalla verità. L’idea che le produzioni Marvel non siano cinema resta formalmente sbagliata, ma la comparazione alla funzione svolta dai parchi a tema non è del tutto erronea. Basti pensare a film come Spiderman: No Way Home e Doctor Strange: In the Multiverse of Madness, dove la presenza di alcuni personaggi svolge una funzione più commerciale che narrativa.

La scelta di inserire così tanti cameo, con il solo scopo di regalare ai fan quanto richiesto, è una chiara testimonianza della mancanza di stimoli creativi. Dalla presenza del Quicksilver di Evan Peters, si passa  poi ai villain di No Way Home ed agli illuminati di Doctor Strange, tutti sintomi di un fan service estremo ma privo di epicità. Il Multiverso è quindi un’occasione persa, un mezzo che poteva essere adoperato per portare in scena personaggi e storie inediti ed interessanti; alla fine tramutatosi in un semplice contenitore da cui attingere nei momenti di necessità.

Fase 4 del Marvel Cinematic Universe: troppi personaggi, troppo poco incisivi

In questa Fase 4 dell’Universo Marvel sono stati introdotti più di 30 nuovi eroi.

Molti di questi sono già stati dimenticati, un po’ per mancanza di carisma, un po’ perché non sembra rivestano un ruolo di spicco all’interno delle dinamiche generali. Difficile ricordare i nomi o i poteri dei membri degli Eterni, squadra composta da eroi un po’ anonimi, dove il personaggio di maggior carisma, Ikaris, ci lascia le penne alla fine del film.

Nel passato l’MCU aveva abituato ad eroi ben inseriti nelle dinamiche comuni, con abilità e conoscenze uniche da offrire alla causa, inquadrati in contesti precisi, come quello cosmico per Thor o i Guardiani, il piano astrale per Doctor Strange, la terra per Capitan America ed Iron Man; ora invece sono tutti un po’ intercambiabili. Persino Kang , il villain di questo ciclo Multiversale, introdotto come una delle infinite varianti del personaggio, perde molto del suo carisma e non risulta una minaccia credibile.

La mancanza di continuità nella Fase 4 del MCU

In questa nuova Fase, incredibilmente, è venuta a mancare la qualità distintiva del MCU: la continuità tra un prodotto e l’altro. L’obiettivo comune non è chiaro, non si sa in che direzione si stiano muovendo i personaggi, non si conoscono gli intenti del villain e di conseguenza il senso d’attesa per i nuovi prodotti continua a scemare. Non sembra esserci un’identità di genere minima tra i film proposti: basti pensare a prodotti come Doctor Strange nel Multiverso della Follia e Thor: Love and Thunder, dove l’unica caratteristica comune è la forma fisica dei protagonisti, problema piuttosto grave non essendo questo un universo condiviso sul culturismo.

Personaggi che, di pellicola in pellicola e per esigenze di trama, perdono i loro poteri o ne acquisiscono di nuovi, altri addirittura vengono privati delle proprie facoltà mentali, diventando così dei semplici tappabuchi, chiamati a sopperire alle frequenti mancanze narrative. Non si può far altro che sperare in un ritorno ai fasti di un tempo, in un cambio di rotta nei prossimi prodotti, a partire dall’imminente Black Panther: Wakanda Forever.

About the Author

Alessandro Di Lonardo
Nato a Napoli nel gennaio 2001, cresciuto a pane e David Fincher, ho sviluppato nel corso degli anni un certo gusto per il dry humour. Feroce critico ed appassionato di cinema e serie TV, solerzia da sempre condivisa con la famiglia.