Recensione − Nightmare Before Christmas: la collaborazione d’oro tra Burton e Selick

La recensione di Nightmare Before Christmas, collaborazione tra Burton e Selick nella stop motion

Nightmare Before Christmas è un film d’animazione in stop motion che segna la collaborazione d’oro tra Tim Burton e Henry Selick. Il primo è ideatore e co-produttore, che ha sapientemente optato per lasciare la regia all’amico Selick. Distribuito nel 1993, il titolo storpia quello del poema The night before Christmas di Clement Clarke Moore, proprio per ricalcarne la versione gotica e a tinte horror di questo incubo piuttosto che sogno. Selick ha fatto sue le tematiche dei disagiati e del doppio mondo comunicante; basti pensare a Coraline e la porta magica, nonché al recente Wendell & Wild, disponibile da ottobre su Netflix. Ecco la trama e la recensione di Nightmare Before Christmas, prodotto dalla Touchstone Pictures (proprietà Disney), ideato e co-prodotto da Tim Burton, diretto da Henry Selick; musiche di Danny Elfman, anche doppiatore di Jack Skeletron in originale (in Italia è Renato Zero).

Nightmare Before Christmas, la trama di un capolavoro dell’animazione

Protagonista del film è Jack Skeletron − in originale Skellington − da sempre una celebrità ad Halloweentown, entra in crisi dopo il successo di un altro anno di spaventi per la festività d’ottobre. Dopo l’entrata in scena trionfato dove si vede il cambio della testa, da zucca a scheletro, il personaggio entra in crisi esistenziale. Davvero la vita è così monotona e limitante? Non c’è altro modo per sopperire alla mancanza di stimoli, allora, che girovagare nella speranza di trovare ciò che si cerca. E in un certo senso, ciò accade: Jack, seguito dal suo cane fantasma, nel bel mezzo della foresta trova degli alberi con degli strani segni.

Ne coglie subito la particolarità, tra l’uovo pasquale e l’albero natalizio, si predilige il secondo. Entrato nel vortice dimensionale, Skeletron si ritrova in un mondo apparentemente ideale: tanti elfi in fabbrica a produrre regali vari e giocattoli per bambini, con lo scopo di regalare una notte di serenità e di gioia a loro e alla famiglia. Le luci colorate, gli alberi, e tanto sorrisi stampati in faccia. Ecco come il Natale scalda il cuore degli spettatore e di Jack stesso, tanto da indurlo a pensare di poterlo portare nella sua Halloweentown.

Ma non va subito tutto per il verso giusto, dato che il celebre scheletro per portare la magia di quella felice festività, dovrà far in fretta ad organizzare i ruoli, gli oggetti da produrre, e soprattutto dovrà introdurne lo spirito. Siccome le difficoltà sono troppe e il tempo è poco, Jack decide di rapire Babbo Natale con l’aiuto di tre bambini-demonietti. Erroneamente si riferisce a lui come Babbo Nachele, espediente che diverte i più piccini.

Jack si sostituisce a Babbo Natale, ma la sua slitta spettrale consegna regali spaventosi ai bambini, mettendo sotto sopra la città intera. Con l’aiuto di Sally, Jack riuscirà a salvare la festività e Santa Claus dalle grinfie del terribile Bau Bau. Alla fine, tutti vivono felici e contenti nel proprio mondo, circondati dalle persone che si amano.

Nightmare Before Christmas: la recensione del film d’animazione in stop motion creato da Burton e Selick

La tecnica dello stop motion viene genialmente utilizzata dal duo Burton-Selick, generando un mondo − anzi due − composto da pupazzi animati. L’opposizione è netta: da un lato c’è il mondo di Halloweentown governato da una popolazione di creature mostruose, simbolo degli emarginati e dei disagiati, il cui scopo è quello di spaventare durante il giorno di Halloween. Dall’altro, c’è un mondo in cui la felicità sembra regnare sovrana, ed è la luminosità del Natale, con tanto di bianco a comunicarne la pace. Anche esteticamente si contrastano, siccome il primo privilegia colori scuri, mentre il secondo quelli chiari. La paura opposta alla serenità. Jack Skeletron è ingenuo, inconsapevole della sua realtà di diverso rispetto ai canoni della normalità, ma alla fine saprà accettarsi e porterà anche nel suo mondo, la gioia tanto desiderata, in dolce compagnia di Sally.

Questa favola gotica e grottesca, le cui musiche e canzoni di Danny Elfman sono un autentico gioiello per dar parola ai pupazzi esternandone i sentimenti − come in un musical che si rispetti − rappresenta un elogio all’infanzia nel suo lato oscuro, mettendo in evidenza gli elementi più innocui, ammalianti: scova la gentilezza nel macabro. Le animazioni restano un vero e proprio capolavoro unite alle scenografie simboliche, talvolta grottesche; ma non mancano le gag esilaranti pronte a ricordare la leggerezza con cui il film approccia alle tematiche. I costumi e le armature dei pupazzi risultano barocchi proprio per far risaltarne quelle peculiarità mai davvero comprese dagli essere umani, e ne esalta l’unicità psico-fisiche dei mostri, il cui destino è irreversibile. Nightmare Before Christmas è magico nella sua estetica, derivativa dal cinema espressionista degli anni ’20, a cui non mancano gli omaggi, ipnotica e colma di musiche sublimi. Il film ha segnato per sempre la storia del cinema per la sua unicità, come unici sono i suoi personaggi strampalati.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.