I cinecomics del 2022: i peggiori ed i migliori

La classifica dei peggiori e dei migliori cinecomics del 2022

Il 2022 è un anno ricco e vario di titoli, soprattutto di cinecomics tra Disney Marvel, Warner Bros. DC e da poco anche Sony con Spiderman. C’è anche da segnalare la presenza dei mediometraggi distribuiti direttamente su Disney+ e annunciati come speciali per determinate feste, tra Halloween (Licantropus) e Natale (Guardiani della Galassia: Holiday Special). Nella seguente classifica, si mette un ordine ai titoli rilasciati durante l’anno, appartenenti al genere cinecomic; ecco i peggiori ed i migliori cinecomics del 2022.

I peggiori

Di seguito la classifica dei peggiori cinecomics rilasciati nel 2022:

3) Black Adam

Black Adam è un film completamente fuori fase nel DCEU, siccome imbocca la strada asfaltata negli anni da Zack Snyder con i suoi film. Un’opera che tenta in tutti i modi di apparire dark, con una fotografia che soprattutto nell’incipit e in generale nel racconto d’origine del personaggio, e dunque nei flashback, è impietosa: c’è troppa luce e si avvolge la pellicola di un’aura stranamente videoludica; sembra quasi 300 sempre di Snyder, ma maggiormente deformato, e il che è tutto dire. Il personaggio non compie nessuna catarsi, non c’è una vera e propria redenzione anche il film tenta di suggerire questo, tuttavia la base di partenza è già di un eroe che di “anti” ha davvero ben poco. L’unica azione messa in discussione per Black Adam è proprio le uccisioni che si lascia alle spalle dei cattivi, come a voler riaprire vecchie ferite nel fandom causate dal Batman di Ben Affleck. I personaggi secondari sono gradite compresenze, spesso le interazioni sono simpatiche, ma si fa davvero fatica a comprendere l’operazione con un Dwayne Johnson impantanato nella mono espressività che non gli si addice.

2) Thor: Love and Thunder

A proposito di film fuori fase, non si comprende bene la motivazione dietro la scelta di Kevin Feige: perché assumere Taika Waititi? Già con il film precedente su Thor, il regista neozelandese ha dimostrato la voglia di prendere in giro un genere che secondo lui può ridursi a una mera parodia, a una catena di battute di cattivo gusto dove nulla è preso con serietà, e soprattutto sobrietà. Gli eccessi, i toni perennemente giocosi e colorati, i dialoghi raffazzonati e inconcludenti, al servizio di un montaggio sconclusionato, sgrammatico e di una fotografia a tratti incomprensibile quando si aggira in zona più scure; la regia non diverte e non è divertita. Thor: Love and Thunder è semplicemente uno dei film peggio messo in scena quest’anno, ma in generale in tutto il grande disegno Marvel non è chiaro l’intento dell’ennesimo viaggio di Thor alla ricerca della propria identità. Personaggio stanco e che a sua volta ha stancato.

1) Morbius

Se si parla di film messi in scena con modalità e decisioni artistiche non degne di riportare quest’ultimo aggettivo, è impossibile non sparare sulla croce rossa con Morbius. La Sony tenta con questo personaggio e con Venom in precedenza, di restituire ai fan dell’Uomo Ragno il suo prezioso Universo ricco di personaggi dal grande potenziale. Peccato che al momento i titoli rilasciati non si prendano sul serio, e che quando lo fanno, lo fanno nel modo peggiore possibile, sia tecnicamente che contenutisticamente. Il film sullo scienziato che erroneamente si trasforma in un vampiro è atroce da vedersi, e la scelta della durata appare incomprensibile. Nulla si salva sul piano visivo, tra CGI deprimente, con personale che ne è consapevole a tal punto da coprirne le tracce durante la battaglia finale: l’accumulo di pipistrelli in primo piano nasconde lo scontro fisico tra protagonista e villain; e anche con dei ralenti bruttissimi durante altri combattimenti. Non c’è nulla da raccontare, e quel poco che si racconta lo si fa goffamente, con recitazioni caricate e movenze ambigue. Persino le regole dettate, vengono contraddette nel giro di pochi minuti.

I migliori

Di seguito la classifica dei migliori cinecomics distribuiti nel 2022:

3) Doctor Strange nel Multiverso della Follia

A proposito di scelte compiute da Kevin Feige, quella di ingaggiare Sam Raimi (al contrario di Waititi) è stata una mossa intelligente nel momento in cui i Marvel Studios sembrano dichiarare la volontà di sperimentare tra i generi, pur restando fedeli ai loro standard narrativi e alla continuità tra i film. Ciò non toglie che la scelta di virare sull’horror e a tratti sul gore, è stata audace e apprezzata per l’ampio target ambito dal MCU; Doctor Strange presenta, a differenza del collega Thor, una vita più giovane all’interno dell’Universo e ha al momento una parabola di sviluppo più coesa, tra conflitti e maturazioni; inoltre, in questo film lega la sua crescita personale alla questione Multiversale, spiegandone i connotati. America Chavez è una ragazza dalle enormi capacità, fin troppo incisivi per il destino del Multiverso: diventa incarnazione dell’oggetto del desiderio, tipico elemento della narrazione su un eroe, ma ha anche una sensibilità e un background da comprendere. Wanda è un villain inquietante, determinato nella sua perdita fisica (di Visione) e morale (come madre). Raimi si diverte e diverte, generando un luna park piacevolissimo e dalla giusta durata, consapevole dell’intrattenimento offerto: non esagera nella sua giocosità e nella sua autoreferenzialità, anche utile ai fini narrativi.

2) Black Panther: Wakanda Forever

Black Panther: Wakanda Forever è in seconda posizione per la sapienza e la sensibilità con cui Ryan Coogler ed il suo team sono riusciti a far fronte la perdita di Chadwik Boseman, omaggiandolo in un rigoroso silenzio, ma soprattutto lasciando concettualmente la sua eredità alla sorella Shuri. Le protagoniste della pellicola sono una declinazione tutta al femminile di diversi ruoli: madre, scienziata, guerriera. La giovane Shuri si trova a dover fronteggiare l’anarchia violenta portata da Namor, leader di Talocan; la dualità di questi due personaggi è riscontrabile nell’influenza di diversi colonizzatori: da un lato i francesi per l’Africa wakandiana, dall’altro gli spagnoli per il regno subacqueo. Il controllo del vibranio, fonte energetica inestimabile, dà il vero potere sulle altre nazioni, e nascono i primi timori nonché i dissidi per la presa di posizione del Wakanda. Finalmente un tono serio dove la realtà influenza il prodotto audiovisivo che a sua volta rispecchia la vita dialogando sul controllo, sul valore della donna e sulla geopolitica, con tanto di strizzata d’occhio all’attuale situazione energetica. L’azione ha ancora qualche riserva, ma ci sono netti miglioramenti nella chiarezza delle immagini e nel montaggio delle sequenze, a differenza del precedente capitolo.

1) The Batman

In questo 2022, nel genere cinecomic a sfondo supereroistico, non c’è partita: il miglior film è The Batman, che fedelmente riproduce su schermo lo spirito del personaggio nel suo mondo di detective tormentato. Il regista Matt Reeves prosegue il discorso sull’icona dell’uomo pipistrello, cominciata da Tim Burton ormai diversi anni fa, ma decide di concentrarsi sull’intimità di Bruce Wayne e del suo disagio esistenziale; il miliardario preferisce vivere nei panni del supereroe mascherato per dar sfogo alla sua rabbia e alla sua sete di vendetta. La fotografia, la scenografia della grande metropoli quale è Gotham, la pioggia, le ombre, l’ideologia malavitosa che sfida l’incolumità dei cittadini, il dialogo tra alto e basso riflesso anche dalla scelta di inquadrare e di mettere a fuoco i dettagli piuttosto che gli elementi in secondo piano abilmente sfumati in profondità di campo, le soggettive portate dall’utilizzo dei gadget. Il discorso sullo sguardo è convincente, e l’icona di Batman è colma degli stilemi tipici del noir, con una colonna sonora intensa, sinistra, a tratti rabbiosa con quel tumulto finale di speranza e lucentezza. Il protagonista è visto come un mostro dai cittadini, e vive nell’ombra tormentato; ma il grande sviluppo durante il lungo arco narrativo lo porterà a tramutarsi in luce, speranza, giustizia.

Menzione speciale ai Guardiani della Galassia di James Gunn nello speciale natalizio su Disney+, un modo perfettamente consapevole di offrire intrattenimento divertente e riflessivo contemporaneamente, anche intelligente per la continuità narrativa dell’Universo e dei personaggi.

Licantropus, altro mediometraggio, è stato molto più classico e quasi forzato nella narrazione, ma l’esordio di Michael Giacchino alla regia non è affatto negativo ed anche se si tratta di un prodotto nella media, lo si guarda con piacere.

About the Author

Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.