«Per cent’anni Rick & Morty, ancora e ancora!» La recensione della quinta stagione della serie animata

«Per cent'anni Rick & Morty, ancora e ancora!» La recensione della quinta stagione della serie animata

“Solo tu e io, Morty! Il mondo esterno è il nostro nemico, Morty! Siamo gli unici amici che abbiamo, Morty! Solo Rick e Morty! Rick e Morty e le loro avventure! Rick e Morty sempre, per sempre, per cent’anni Rick e Morty! Io, Rick e Morty in giro nello spazio! Il momento di Rick e Morty! Per tutto il giorno, per sempre, per cento giorni Rick e Morty, per sempre, per cento volte! Ancora e ancora! Le avventure di Rick e Morty punto com! Vuvuvù punto Rick e Morty, punto com! Vuvuvù le avventure di Rick e Morty! Per cent’anni! Ogni minuto Rick e Morty punto com! Vuvuvù cento volte Rick e Morty punto com!” Chi ha ascoltato le precedenti parole, pronunciate da un Rick perfettamente doppiato da Christian Iansante, in occasione della prima puntata della celebre serie animata Rick & Morty, non immaginava certamente di ritrovarsi di fronte a un universo narrativo che sarebbe stato dominato dalle medesime aspirazioni e, allo stesso tempo, dai presupposti simili. Rick & Morty non è soltanto un incredibile fenomeno seriale, oltre che un prodotto televisivo di grandissimo valore in grado di conquistare milioni di persone in tutto il mondo, ma è una perfetta metafora di ciò che racconta, un luogo in cui le avventure e le stranezze raccontate non riescono più davvero a sorprendere e questo, sostanzialmente, definisce l’incredibile successo della serie televisiva in questione.

Con la quinta stagione di Rick e Morty era naturale aspettarsi un declino che fosse determinato da un fattore prettamente ideologico e naturalistico, oltre che da una mancanza di ispirazioni felici che avevano reso le prime quattro stagioni del prodotto televisivo un successo planetario. Ebbene, per quanto non sia possibile comprendere in che modo i creatori della serie ci siano riusciti, il livello della serie si è addirittura innalzato, portando la stessa a evadere dai suoi schemi narrativi tradizionali, per poi farvi ritorno quasi come un gioco, o meglio come una provocazione a se stessi. Rick & Morty non è più soltanto un successo televisivo o seriale, non è più soltanto il raconto delle avventure di un nonno e un nipote, ma la perfetta rappresentazione dell’intero universi, o forse degli infiniti universi, di cui compie un racconto.

Il funerale di Rick & Morty e la rottura con la tradizione

Se le prime quattro stagioni di Rick & Morty erano state determinate da un filo conduttore comune, caratterizzato dalla narrativa tradizionale delle avventure di Rick Sanchez e di suo nipote Morty Smith, la quinta stagione decide di porre in essere una rottura con la tradizione, inaugurando una schematizzazione letteraria differente e un modo di procedere innovativo, per così dire rivoluzionario, che non va assolutamente sottovalutato. Nel presentare il suo celebre lavoro, che avrebbe cambiato non soltanto la sua carriera ma la storia della letteratura in generale, James Joyce compiva, in maniera provocatoria e attraverso l’idea di una tomba ben figurata all’interno del suo Ulisse, il funerale di quella gran puttana della letteratura. (come da definizione di Vila-Matas presente in Dublinesque). I presupposti narrativi sono gli stessi che permettono, alla quinta stagione di Rick e Morty, di vivere sotto l’egida di un racconto che decide di non essere più tradizionale, ma che allo stesso tempo ha bisogno della tradizione per esprimersi attraverso degli schemi differenti e, soprattutto, per presentare al mondo un procedere di eventi che caratterizzeranno le prossime stagioni del prodotto seriale.

Che Rick & Morty non si esaurisca con la quinta stagione è un dato di fatto, e probabilmente bisognerà aspettare almeno oltre la settima stagione, già in fase di realizzazione, per avvicinarsi al finale del prodotto, ad oggi non voluto probabilmente da nessuno. Il cambiamento era necessario e, allo stesso tempo, non poteva riguardare soltanto un discorso di natura prettamente tematica, ma doveva interessare anche un capovolgimento di situazioni e di personaggi, in modo che questi stessi facessero sentire il peso dell’evoluzione, oltre che del procedere degli eventi in maniera non più soltanto autoconclusiva, così come lo stesso Rick Sanchez vorrebbe proprio all’interno di uno degli episodi della quinta stagione, ma attraverso un sottile filo conduttore che lega gli eventi e, soprattutto, collega passato, presente, futuro e universi alternativi, paralleli e sovrapposti (e se attraversare un portale rendesse un secondo pari a un secolo?).

Non esiste verità senza la controparte menzognera, si direbbe attraverso una prospettiva di racconto tradizionale, ma Ricky & Morty palesa l’esatto contrario, presentando più verità, più menzogne, più universi narrativi sovrapposti e, soprattutto, più versioni dello stesso racconto in grado di permettere a chi guarda di scegliere il proprio destino, il percorso narrativo che meglio possa descrivere l’emozione che sta vivendo; per questo motivo, la rottura con la tradizione non va vista come un rinnegare il passato che ha permesso, a Rick & Morty, di acquisire notorietà, quanto più come un naturale processo evolutivo che porta l’adolescente a odiare la propria infanzia, pur ricordandola col sorriso.

I temi affrontati nella quinta stagione di Rick & Morty

L’immensa varietà di temi affrontati nell’ambito della quinta stagione di Rick & Morty francamente non sorprende, se ci si rende conto di un procedere narrativo che ha abituato fin troppo lo spettatore nell’ambito delle prime quattro stagioni del prodotto seriale. In altre parole: il distopico che trova rappresentazione, gli Universi in lotta e persino milioni di spermatozoi giganti che minacciano la terra sono ormai piccolezze a cui lo spettatore è già abituato.

E’ un qualcosa di negativo? Assolutamente no: si tratta di un incredibile patto narrativo che, nel corso delle sue puntate, i creatori di Rick & Morty sono stati in grado di instaurare con i propri spettatori. Dalla premessa iniziale precedentemente menzionata a questa consapevolezza c’è stato bisogno di molto, e soprattutto di una pregevole varietà tematica che rendesse possibile certe immedesimazioni, ma il risultato è notevole e non può essere assolutamente negato.

Il tema della famiglia e del rapporto tra genitori e figli

Per questo motivo, la grande varietà tematica che vive nella quinta stagione di Rick & Morty non sta tanto nelle esagerazioni spaziali – seppur incredibili – che vivono nel contesto delle puntate, quanto più nel ritorno alla semplicità radicale che alimenta ogni personalismo umano. La quinta stagione di Rick & Morty approfondisce per la prima volta il senso della famiglia attraverso un procedere innovativo, che non ha nulla a che vedere con quanto osservato nelle puntate delle precedenti stagioni: non è più soltanto il matrimonio fallito, i figli non voluti, il padre che non sa essere tale e la figlia abbandonata, ma è la famiglia che prova a ricostruirsi dalle sue fondamenta, è orfana di una vera stabilità emotiva e ricerca in altro il senso del suo essere. E’ una famiglia che ha bisogno del supporto psicologico per ogni componente, a partire dalla vita sessuale di due coniugi, e che finalmente vive – superando anche una patina pregiudizievole iniziale – l’Universo come divertimento e avventura, non più come costante pericolo.

L’illusione e la consapevolezza che tutto finirà

Rick & Morty è, però, anche la consapevolezza di un espediente che ha alimentato ognuna delle sue puntate: l’illusione. Prima o poi tutto finirà, ci si dice, e come si reagirebbe ad osservare che il nonno scienziato e il nipote non stanno più collaborando? Quale sarebbe la reazione se Rick sostituisse Morty con due corvi, ritenendoli della stessa intelligenza e poi scoprendo una realtà infinitamente differente rispetto all’instabilità che vive? I creatori di Rick & Morty giocano con lo spettatore e gli sottopongono quest’interrogativo attraverso gli ultimi due episodi – nel contesto seriale americano sono stati presentati attraverso un’unica puntata finale -, presentando un possibile altro Universo e dimostrandolo esistente, così come tutti gli altri.

Il passato di Rick Sanchez

Infine, la quinta stagione del prodotto seriale è, finalmente, l’indagine più concreta sul passato di Rick Sanchez: il dolore per la morte di sua moglie, la ricerca ossessiva di chi ha provocato la fine della sua esistenza (da quel momento in poi non più la stessa dal punto di vista umano), la voglia di riscatto attraverso la lucida e cinica scienza, la consapevolezza del Multiverso e la creazione precisa e puntuale di ogni opportunità possibile per permettere la nascita di chi l’ha sempre accompagnato nella sua storia: Morty.

E se l’ottavo episodio permette a Rick di parlare al ricordo di se stesso, attraverso la mente del suo amico di sempre Persuccello, rivivendo ogni avventura e affrontando il passato che costantemente rinnega, gli ultimi due episodi della quinta stagione ripresentano al mondo il personaggio più enigmatico di tutta la saga: Evil Morty. Il racconto, però, in quest’occasione non è più abbozzato, e attraverso un incalzare sempre più costante si arriva alla consapevolezza finale: si è malvagi semplicemente perchè si è stanchi di ogni cosa.

La satira americana, gli USA sullo sfondo, l’infinitamente piccolo in primo piano

Rick & Morty non potrebbe che essere un prodotto incredibilmente vicino alla realtà, dal momento che è proprio dalla stessa che trae le sue basi per un racconto distopico, satirico e costantemente in evoluzione attraverso una serie di atteggiamenti che, se geograficamente e spazialmente portano lo spettatore ad allontanarsi dalla propria realtà, allo stesso tempo permettono un riavvicinamento con le viscere della stessa attraverso una portata emotiva, sentimentale e personalistica. Rick & Morty non potrebbe che trarre parte delle sue ispirazioni dalla realtà ideologica americana, che viene rappresentata chiaramente in modo satirico, attraverso un insieme di personaggi, rappresentazioni e frasi emblematiche che fanno sicuramente riflettere e che allo stesso tempo provocano risate caratterizzate dal sano e più genuino umorismo che possa essere osservato sul piccolo schermo; che si tratti di battute estemporanee, di episodi interi o di un procedere narrativo che già era stato osservato nelle stagioni precedenti, Rick & Morty si concentra particolarmente sull’America, sulle sue declinazioni più intestine, sulle sue tradizioni, sul suo universo ideologico e, infine, sulle numerosissime criticità che non potrebbero essere affrontate diversamente.

Per questo motivo, non sorprende che Jerry chieda alla polizia americana, in occasione del primo episodio della quinta stagione di Rick e Morty, che cosa c’entri l’essere bianco, ed è per lo stesso motivo che non ci si sorprende se l’intero governo americano sembra essere così tanto concentrato su un solo e unico personaggio, Rick Sanchez, tanto da trasformare il proprio esercito in tacchini, mentre il mondo si piega alle volontà di un robot contenuto all’interno della Statua della Libertà. In qualche modo, il racconto degli Stati Uniti operato da Rick & Morty si ricollega, attraverso anche un gioco di analogie e satira comune, a quello dei Simpson, che hanno sempre fatto della denigrazione della realtà ideologica americana il proprio marchio di fabbrica. Ciò non manca neanche in Rick and morty, che però si serve di un livello molto più profondo e definito per riuscire a provocare una risposta emotiva notevolmente differente nello spettatore.

Per questo motivo, il giorno del ringraziamento viene incredibilmente ridicolizzato da un mondo in cui i tacchini conquistano la terra, uno scienziato vuole rubare la Costituzione per accedere a una cripta segreta e i nativi americani possiedono poteri, conoscenze e tecnologie che hanno fondato la Terra stessa. E ancora, nella quinta stagione di Rick & Morty si nota, più che mai, l’accenno alla presidenza americana, il contrasto tra questa stessa e la lucidamente folle di Rick Sanchez e lo scontro tra generazioni e nemesi naturali, caratterizzate soprattutto dal caso di Planetina. Nel suo procedere, la serie tv cosmic horror non teme più la controparte rappresentata, e a ben vedere si inserisce in uno spazio narrativo molto profondo, che lascia spazio a numerosissime narrazioni possibili. Non resta che attendere i naturali sviluppi di Rick & Morty, in una parabola sempre più crescente che non rinuncia alla sua cresta.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.